FIRENZE – Due relazioni, una della maggioranza e una dell’opposizione. Come già accaduto in passato, in Consiglio regionale non è stata trovata la quadra e la commissione di inchiesta sulle infiltrazioni mafiose, arrivato all’atto conclusivo, ha preso due direzioni.

Entrambe saranno portate in aula, ma sembra scontato che delle due solo una riceverà l’approvazione. L’organismo consiliare è stato creato dopo i fatti riguardanti la vicenda Keu, oggetto d’indagine anche da parte della procura di Firenze, e avrebbe dovuto esaminare anche il fenomeno della criminalità organizzata presente nel territorio toscano. La seconda parte però non ha prodotto i risultati sperati, come ammesso dal consigliere Lucia De Robertis (Pd): “Purtroppo non siamo arrivatati a produrre una disamina del tutto esauriente, la causa principalmente sta nel fatto che la commissione ha concentrato gran parte dei propri lavori sulla vicenda Keu”. De Robertis ha poi spiegato la natura della rottura all’interno della commissione: “Abbiamo sempre lavorato per giungere ad un testo unitario, sulla traccia di quello arrivato dalla presidente Elena Meini (Lega, ndr) e su cui la commissione si è confrontata, nell’unanime consenso su metodo e finalità, fino alla seduta del 21 febbraio. Data in cui, prima FdI, poi FI e Lega hanno scelto di costruire una relazione di minoranza, perdendo a nostro avviso una importantissima occasione di uscire con un testo unico”.

Il consigliere non ha nascosto il disappunto per l’accaduto: “ Ci tengo infine a ribadire che l’intento finale delle opposizioni non era forse di rendere costruttiva questa commissione, ma soltanto quello di riproporne un taglio politico, solo per provare a mettere in difficoltà il Pd”.

Ieri le minoranze avevano attaccato l’ex presidente regionale Enrico Rossi, che non avrebbe firmato la liberatoria in merito alle dichiarazioni rese davanti alla commissione il 27 ottobre scorso. “Abbiamo il fondato timore che si voglia nascondere qualcosa. Non riusciamo a spiegarci in altro modo la mancata firma della liberatoria da parte dell’ex presidente Rossi”, avevano dichiarato Meini, Marco Stella (Forza Italia) e Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), che poi avevano annunciato la volontà di valutare “l’opportunità di procedere ad approvare comunque la relazione finale con tutti i contenuti essenziali, riportando la deposizione di Rossi anche in assenza della sua liberatoria firmata”.