SIENA – Una delle più affascinanti e meno conosciute raccolte di opere d’arte della città di Siena, la Collezione Piccolomini Spannocchi, è stata riunita in modo permanente nel complesso museale del Santa Maria della Scala.
Collocata nel quarto livello dell’antico ospedale, l’allestimento rispecchia la stratificazione e la ricchezza della collezione, accompagnando il visitatore a scoprirne i 165 dipinti, che tornano ad essere un nucleo unico per la prima volta dopo più di un secolo, poiché erano fino ad oggi divisi tra la Pinacoteca Nazionale (che ne custodiva 137), il Museo Civico di Siena (24), l’Amministrazione Provinciale (2) e le Gallerie degli Uffizi di Firenze (2). ù
La sua storia si snoda dal Seicento, partendo dalle collezioni della famiglia Gonzaga custodite all’epoca nel Palazzo Ducale di Mantova, prosegue toccando la corte tirolese degli Asburgo e la città di Trento e da lì, grazie ad alcuni membri della famiglia Piccolomini, giunge fino a Siena agli inizi del Settecento. L’unione di questa casata con quella degli Spannocchi, avvenuta nel 1774 con il matrimonio tra Caterina Piccolomini e Giuseppe Spannocchi, unificò le due famiglie e allo stesso tempo le rispettive collezioni. Il progetto di riunificazione della collezione nei locali del Santa Maria della Scala si colloca all’interno dell’accordo di valorizzazione siglato tra il Mibact e il Comune di Siena nel 2017, finalizzato all’organizzazione e alla promozione dal punto di vista culturale e territoriale della sinergia fra musei civici e statali cittadini.
Tra i pittori della collezione spiccano i nomi di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Paris Bordon, Sofonisba Anguissola, Giuseppe Cesari, Giovanni Antonio Bazzi detto Sodoma; tra i nordici, quelli di Albrecht Dürer, Otto van Veen, Albrecht Altdorfer, Peeter Snayers. A questi si aggiunge Domenico Beccafumi, con la bellissima serie dei cartoni preparatori per il pavimento del Duomo di Siena, parte della collezione fin dal Cinquecento, che completa il percorso di visita nella Pinacoteca Nazionale.