Giorgia e Matteo, promessi alleati in Toscana. Quotazioni in ascesa per l’alleanza Lega Nord-Fratelli d’Italia alle prossime elezioni regionali che potrebbe condurre ad un unico candidato a fronte dei due che oggi troviamo in pista, cioè Claudio Borghi (Ln) e Giovanni Donzelli (Fdi). Ancora manca la definitiva fumata bianca visto che è saltato l’incontro – atteso per ieri notte a Firenze – tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Un summit che però risulta essere solamente rimandato per una coalizione che sostanzialmente ‘s’ha da fare’. «Noi siamo aperti a tutti dialoghiamo con tutti. Non escludiamo nessuno tranne chi è al governo con Renzi come Alfano. E quindi le nostre porte non sono aperte ma spalancate». Parole del leader del Carroccio al Gr1 Rai che ieri aveva palesato pubblicamente tutto il suo apprezzamento per un fronte comune Ln-Fdi: «a me piacerebbe», aveva detto Salvini a chi gli chiedeva un’opinione sulla convergenza di Lega Nord e Fratelli d’Italia verso un’unica candidatura. Anche perché lo sbarramento al 5% per le liste singole impone una seria riflessione politica per chi si è posto l’obiettivo di portare al ballottaggio il Pd e il ricandidato governatore Enrico Rossi.
Lega Nord, in Toscana apertura anche all’area modertata del centrodestra Il Carroccio però continuerà a puntare dritto su Borghi, responsabile economico della Lega a livello nazionale. Però, come detto da Salvini alla fine della sua giornata in Toscana, le porte sono aperte. Porte che potrebbero essere varcate dall’ex senatore di Forza Italia Paolo Amato e dal vicepresidente del consiglio regionale uscente Angelo Pollina, entrambi presenti all’iniziativa leghista di Firenze: «Bisogna ricostruire il centrodestra – ha detto a margine dell’iniziativa Pollina – e la Lega è fondamentale». Un’apertura all’area moderata che potrebbe spingere Fdi a convergere su Borghi nonostante il suo candidato, Giovanni Donzelli, sia stato il primo a scendere in campo? Molti addetti ai lavori vedono quest’eventualità come sempre più probabile ma questa è una mossa che passerà dall’incontro Meloni-Salvini con quest’ultimo che ha lanciato nuovamente il guanto di sfida al Pd e a Renzi. Dalle sue terre per di più: «In Toscana il merito non vale come nel resto del mondo: vogliamo dare – ha concluso Salvini – la possibilità di lavorare per merito e non se sei parente della Cgil, della Coop o di Renzi». Stesso dicasi anche per Giorgia Meloni che da Arezzo aveva tuonato contro il premier e il suo partito: «Siamo impegnati a costruire un’alternativa a Renzi. Il presidente del consiglio fa gli interessi delle lobby italiane che lo hanno messo al suo posto. Il Pd ormai non e’ piu’ un partito di sinistra ma solo asservito a certi poteri, un partito che fa ‘marchette’ ai poteri forti».