SIENA – ‘La classe’ di Vincenzo Manna, pièce forte e coinvolgente sul disagio giovanile, in scena venerdì 25 febbraio ai Rinnovati, settimo titolo su questo palcoscenico della stagione di prosa 2021-2022 dei Teatri di Siena.
Uno spettacolo, regia Giuseppe Marini, con una trama molto attuale, ambientato ai nostri giorni in una cittadina europea in forte crisi economica. Disagio, criminalità e conflitti sociali sono elementi quotidiani di un decadimento generalizzato che sembra inarrestabile. Fuori dalla città, la situazione è ancor più difficile per lo ‘Zoo’: uno dei campi profughi più vasti del continente, ha ulteriormente deteriorato un tessuto sociale sull’orlo del collasso. Paradossalmente, però, ha portato lavoro, anche per la costruzione di un muro intorno al campo per evitare la fuga dei rifugiati. A pochi chilometri dallo ‘Zoo’, una scuola superiore, un istituto comprensivo specializzato è l’evidente immagine della depressione economica e sociale di questo scenario.
Albert, straniero di terza generazione poco più che trentenne, laureato in storia, è professore potenziato, incaricato per un corso di recupero pomeridiano per sei studenti sospesi per motivi disciplinari.
Nicolas è il capo branco, un giovane brutale che non viene mai a patti con nessuno. Poi c’è Arianna, la sua ragazza, truccata in modo vistoso, seduta all’ultimo banco, dove consuma una presenza; Maisa è una ragazza musulmana insicura, che ha paura di tutto e di tutti. Di Vasile, lo zingaro ribelle, intuiamo un briciolo di responsabilità per cambiare la sua situazione; il nero Talib, spacciatore seriale, è forse il più responsabile del gruppo nel tentare di uscire dalla difficile situazione; infine l’ebrea Petra, forse l’unica che vede davanti un orizzonte veramente sgombro da nubi minacciose.
Nella semplice scena di Alessandro Chiti, coperta da fogli e popolata da mobili obsoleti, banchi, una cattedra, la lavagna, l’appendiabiti e un televisore a tubo catodico, Brenno Placido, Edoardo Frullini, Valentina Carli, Haroun Fall, Cecilia D’Amico e Giulia Paoletti portano sulla scena i sei ragazzi; al loro fianco Andrea Paolotti come insegnante e Claudio Casadio come preside li guardano muoversi da vicino: con giusta adesione il primo, con la lente del supervisore l’altro.
Dopo anni in lista d’attesa, Albert è alla prima esperienza lavorativa ufficiale. Il suo coinvolgimento va oltre l’obiettivo didattico di consentire agli studenti di recuperare crediti e diplomarsi velocemente. Conquista la fiducia della maggior parte della classe, abbandona la didattica suggerita e propone agli studenti di partecipare ad un bando europeo per le scuole superiori sul tema ‘I giovani e gli adolescenti vittime dell’Olocausto’.
Talib, in segreto accordo con il professore, sostiene l’idea, conquistando i compagni il miraggio dei 70.000 euro in palio, offrendo loro un dossier segreto e inedito che testimonia le torture cui sono stati sottoposti i rifugiati, vittime dell’Olocausto contemporaneo. Sarà forse la spinta giusta per un nuovo corso degli eventi in questa scuola? ‘La classe’ non lo rivela. Tuttavia, niente esclude che anche questi ragazzi, con tutte le loro fragilità, possano raggiungere obiettivi importanti.
Inizio spettacolo alle 21. Si replica sabaro 26 e, alle 17, domenica 27 febbraio (www.teatridisiena.it).