La Casa di Ivan Bruschi, l’antica dimora dello storico antiquario aretino che ideò e animò la Fiera Antiquaria, lasciata in eredità a Banca Etruria che la amministra tramite la Fondazione Ivan Bruschi, è oggi un museo amatissimo sia dagli aretini che dai turisti. Situata nel cuore del centro storico, di fronte alla Pieve di Santa Maria e nel Palazzo del Capitano del Popolo risalente al XIII secolo, Casa Bruschi si sviluppa su tutti e tre i piani dell’edificio, terminando con una terrazza da cui si gode un’incantevole vista. È stracolma di reperti archeologici di ogni tipo, di opere d’arte di varie epoche, di curiosità che testimoniano più il gusto eccentrico prima che eclettico del collezionista che non la scelta oculata dello storico. Insomma, è uno spazio importante per la  vita culturale aretina.

Al via la mostra Da oggi e fino al prossimo 5 ottobre Casa Bruschi ospita la mostra “Nelle stanze dei Granduchi. Dagli Uffizi ad Arezzo: opere scelte dalle collezioni medicee”, inserita nella collana ‘La città degli Uffizi’ ideata dal direttore degli Uffizi Antonio Natali. «Non è la prima volta che questa rassegna d’esposizioni giunge nelle terre aretine – spiega Natali. Dopo Montevarchi e Pratovecchio Stia, approda proprio ad Arezzo, e giusto nel suo cuore, nella Casa Museo di Ivan Bruschi, davanti a quella Pieve nella quale fu posta la monumentale Madonna del Popolo che Federico Barocci nel 1579 firmò e datò. L’opera, oggi agli Uffizi, richiamò da Firenze, in quella stagione, tanti pittori desiderosi di conoscere il testo capitale di una maniera nuova».

«I dipinti selezionati per questa mostra fanno parte dell’imponente patrimonio della famiglia Medici, oggi distribuito nei principali musei di Firenze, ma che in origine era per lo più conservato ed esposto a Palazzo Pitti – spiega Carlo Sisi, curatore della mostra. La reggia fiorentina, mirabile scrigno di capolavori, era riservata al godimento estetico dei granduchi. Proprio da questa esclusività il titolo che abbiamo scelto per questa esposizione»

 

Trenta opere in mostra Le opere esposte sono trenta, anche di artisti come Paolo Veronese, Cristofano Allori, Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, Pietro da Cortona, Filippo Napoletano, Salvator Rosa, Alessandro Magnasco e Sebastiano Ricci. Raffigurano paesaggi, scene di genere, nature morte, temi letterari e mitologici, temi sacri, bozzetti, ritratti e autoritratti. Una mostra che se fosse una cena potrebbe essere di quelle fatte con gli avanzi. E’ un complimento! Meglio affidare ad uno storico dal gusto prezioso e infallibile come Carlo Sisi l’idea di inventarsi un menu del genere che propinare icastici bocconi a commensali dal gusto grossolano.

di Giulia Ambrosio

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