“Il vino toscano dà noia a qualcuno? Perché la notizia del sequestro del falso Chianti di dicembre è stata comunicata solo ora? Due anni fa sempre in occasione del Vinitaly fu la volta del Brunello. Perché tanta enfasi quando si tratta dei prodotti della Toscana?”. Queste le perplessità espresse da Giordano Pascucci, presidente della Cia Toscana a seguito della notizia annunciata nel corso della giornata inaugurale del Vinitaly a Verona, dal ministro delle Politiche agricole Luca Zaia circa il sequestro di 10 milioni di litri di vino da tavola che potevano essere esportati come Chianti Docg, soprattutto negli Stati Uniti.


Bizzarro tempismo – “Appare molto strano che una notizia del genere sia stata data proprio al Vinitaly – aggiunge Pascucci -, visto che la vicenda risale alla fine dello scorso anno, come confermato dallo stesso Consorzio del Chianti Classico. Consorzio al quale va tutto il nostro sostegno e la nostra piena fiducia per il lavoro svolto in difesa e per la valorizzazione di produzioni di altissima qualità e apprezzate dai consumatori a livello internazionale. Purtroppo, ancora una volta ci troviamo davanti a vicende che nulla hanno a che fare con l’agricoltura – continua il presidente di Cia Toscana – ma che, inevitabilmente, hanno riflessi negativi sull’immagine dell’agroalimentare ‘made in Italy’. Oltretutto, vanno a colpire un marchio come quello del Chianti famoso in tutto il mondo e vero fiore all’occhiello del nostro export vitivinicolo. Lo abbiamo sempre affermato e lo ripetiamo anche in questa occasione. Contro chi sofistica e falsifica in campo alimentare non ci deve essere alcuna tolleranza. Bisogna agire con la massima fermezza” chiosa Pascucci.


Firenze 


 

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