Un detenuto ha trascorso 1.324 giorni di detenzione in celle troppo piccole al carcere di Massa e, pertanto, ha promosso un ricorso contro lo Stato ottenendo ragione. Ora una sentenza civile del tribunale di Genova condanna il Ministero della Giustizia a risarcirlo con 10.592 euro, otto euro per ogni giorno di trattamento inumano subito in contrasto con le convenzioni internazionali.
L’azione legale Nella causa è stato discusso che il detenuto, 62 anni, condannato per traffico di droga, nelle varie fasi della carcerazione fra 2010 e 2014 aveva a disposizione uno spazio vitale anche inferiore a tre metri quadri, misura ben sotto il minimo di quattro metri quadri pro capite indicato dal Comitato europeo di prevenzione della tortura (Cpt), organismo del Consiglio d’Europa. Quattro metri quadrati è il valore indicato dal Cpt come spazio minimo vitale da assegnare in penitenziari con grave sovraffollamento. Così per il giudice Lorenza Calcagno di Genova erano «illegittime le condizioni detentive alle quali il ricorrente è stato sottoposto presso la casa circondariale di Massa».
La vicenda Al netto della superficie lorda (bagno, letti, armadi e arredi fissi non vengono computati), il detenuto ha trascorso 1.324 giorni in celle piccole, anche di circa nove o 13 metri quadri, e in compagnia di altri carcerati, riducendo di molto la superficie media disponibile per ciascuno e quindi aumentando il grado di sofferenza della detenzione in contraddizione coi principi di rispetto della dignità umana.