mpsLa Bce ha bocciato Mps, stress test non superati per la banca senese e non è stato sufficiente il maxi aumento di capitale da 5 miliardi varato quest’anno. Per il via libera di Bruxelles mancano ancora all’appello 2,11 miliardi di euro. Il Monte dei Paschi esce dal Comprehensive Assessment condotto dalla Bce e dall`Eba con una richiesta di rafforzamento patrimoniale per complessivi 2,111 miliardi. Con il nuovo management, «sono stati conseguiti importanti risultati, in particolare sul piano della razionalizzazione organizzati e dell`abbattimento dei costi», sottolinea la nota di Bankitalia. Il fabbisogno di capitale di Mps include anche la restituzione della parte residua degli aiuti di Stato ancora in pancia alla banca senese, i cosiddetti Monti-bond. Complessivamene Mps tra 2009 e 2012 aveva ricevuto, in due tranche, prestiti di Stato per complessivi 4 miliardi. Senza tale impegno, la carenza di capitale si riduce a 1,35 mld.

25 bocciature su 131 Venticinque banche europee non superano l’esame della Bce. Tra queste, anche Mps e Banca Carige che, in particolare, falliscono gli stress test. Il comprehensive assesment della banca centrale europea, effettuato su 131 istituti di credito, segnala la carenza residua di capitale. E, alla fine del 2013 nove banche italiane presentavano potenziali carenze di capitale, per complessivi 9,7 miliardi. Se si tiene conto degli aumenti di capitale perfezionati tra gennaio e settembre 2014, le potenziali esigenze di capitale interessano quattro banche, per un ammontare più contenuto (3,3 miliardi). Il risultato deriva in tutti i casi dallo stress test. Nessuna banca italiana registra infatti carenze di capitale in base all’AQR, in quanto gli aumenti di capitale realizzati dalle banche italiane tra il gennaio e il settembre del 2014 hanno interamente colmato la distanza complessiva di 3,3 miliardi che si registrava nel dicembre del 2013 rispetto al requisito dell’8,0 per cento. Grazie a ulteriori misure di rafforzamento patrimoniale decise nel corso di quest’anno, connesse prevalentemente con cessioni straordinarie di attivi, completamento di procedure di autorizzazione all’utilizzo di modelli interni avviate da tempo, rimozioni di requisiti patrimoniali specifici. Tenendo conto di queste misure le potenziali carenze si riducono da 3,3 a 2,9 miliardi e interessano due banche: Banca Carige e Banca Monte dei Paschi di Siena, da tempo all’attenzione della Vigilanza. Tali carenze sono interamente riconducibili allo scenario avverso dello stress test. L’ammontare è pari all’1,6 per cento del capitale di migliore qualità delle banche italiane e allo 0,2 per cento del Pil del nostro paese. Secondo Banca d’Italia. Questi risultati confermano la solidità complessiva del sistema bancario italiano, nonostante i ripetuti shock subiti dall’economia italiana negli ultimi sei anni: la crisi finanziaria mondiale, la crisi dei debiti sovrani, la doppia recessione.

Come un convalescente che corre i 100 metri Monte dei Paschi di Siena è «come una banca convalescente che però, durante la convalescenza, è stata messa a correre i 100 metri». Lo ha affermato il vicedirettore generale della Banca d’Italia, Fabio Panetta durante la conferenza stampa di presentazione degli stress test Bce. Panetta ha anche riconosciuto che alla carenza di capitale che si è evidenziata su Mps (nello scenario avverso sugli stress test) ha contribuito il peso che i titoli di Stato hanno nel portafoglio della banca.

Risultato peggiore di altri Paesi «E` vero che il nostro risultato è stato peggiore dei sistemi bancari di altri paesi». Lo ha rilevato Fabio Panetta, vice direttore generale di Bankitalia, indicando che «siamo stati penalizzati nello scenario avverso dalle ipotesi di partenza che riflettono una condizione macroeconomica meno soddisfacente di altri paesi». Per il sistema bancario italiano, la carenza di capitale, tutta in capo a Mps e Banca Carige, è stata pari a 2,9 miliardi. «Inoltre la banche italiane hanno una maggiore esposizione verso i titoli di stato rispetto a quelle di altri paesi» ha sottolineato Panetta. Per l`Italia, lo scenario avverso prevedeva per i titoli di Stato un aumento dei rendimenti rispetto allo scenario di base di 205 punti nel 2014 (tassi in salita dal 3,9% al 5,9%), di 149 punti nel 2015 e 2016. Per la Germania, il porto sicuro dell’Eurozona, lo shock sui titoli di Stato era minore, con shock da 102 punti e aumento dei tassi dall`1,8% al 2,9%. E un aumento di 2 punti dei tassi sui titoli di Stato italiani e di un solo un punto per i titoli di Stato della Germania erode in misura maggiore il patrimonio delle banche italiane rispetto a quello delle banche tedesche. Nello stessa direzione si muovevano le altre assunzioni. Nel caso del Pil, lo shock subito da quello tricolore (2014 -0,9%; 2015 -1,6%, 2016 -0,7%) molto di più di quello accusato dall’Eurozona nel suo complesso (2014: -0.7% 2015-1,4%; 2016 0,0%).