«La notizia della indagine avviata dalla Corte dei Conti sulla procedura di gara con cui l’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti (Ato Toscana Sud) ha affidato alla società Sei Toscana l’espletamento del servizio non stupisce più di tanto. Il Psi è stato il primo partito in questa provincia a porsi domande sulla congruità del costo del servizio dei rifiuti. Nell’occasione ribadimmo che era necessaria una verifica dei costi e, quindi, della ripartizione del tributo ai cittadini. Ma la nostra iniziativa non sortì alcun effetto», così Stefano Neri, candidato de “Il Popolo Toscano-Riformisti 2020” unica lista, oltre al Pd, ad appoggiare la conferma a governatore del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.
«Costi ripartiti anche tra cittadini che non hanno il servizio» «Dai pochi dati in nostro possesso potemmo risalire ad una situazione che definire paradossale è un eufemismo. Riportati alle spese di un Comune, del quale disponiamo i dati della ripartizione dei costi poiché ATO Toscana Sud non ha mai fornito i documenti richiesti, questa risultò pressappoco del 20% inerente allo stretto servizio, mentre il resto sono costi imputati ad altre voci, tutte da verificare. Ad esempio, gli ammortamenti calcolati (riferiti a macchinari per la raccolta o anche alla gestione generale della società vincitrice?) e che incidono per quasi il 20%, sono fiscali o reali? Il giusto guadagno, previsto per legge, viene calcolato sul totale dei costi e forse anche sui compensi degli amministratori e loro conseguenti benefit e non sulla parte del lavoro svolto in ogni singolo Comune. Ottenendo così i cittadini una beffa bella e buona. Più l’azienda spreca e più guadagna». «Inoltre, i costi di raccolta della differenziata – continua Neri – sembrano ripartiti fra tutti i cittadini, compresi quelli che non hanno il servizio, contravvenendo, secondo noi, alla legge che parla di “ripartizioni di costi indivisibili solo quando non è possibile stabilire chi può usufruire del servizio”. Infine, non sembra esistere un protocollo di servizio, cioè quali siano i servizi svolti all’interno di un Comune, la loro frequenza e i costi nel dettaglio. Anche questo punto, pur richiesto ad un Comune, non è stato fornito».
«Class action in difesa dei cittadini che non sono sudditi» «Ultima perla – continua il candidato della lista – è in atto un contenzioso tra Ato Toscana Sud e Sei Toscana abbastanza singolare. Si tratta, infatti, di due entità giuridiche diverse ma con partecipazione totalitaria, o comunque maggioritaria, dei medesimi enti pubblici, che finiscono per farsi causa ricorrendo al Tar. Con l’unico risultato che sembra si voglia scaricare sul Tribunale, che è organo amministrativo e non certo politico, la responsabilità dell’aumento clamoroso delle bollette che in questi giorni sono arrivate ai cittadini. In ogni caso e comunque vada la inchiesta della Corte dei Conti, una cosa è certa. Se non saranno drasticamente ridotte le tariffe, noi socialisti ci faremo promotori di una Class Action, già dopo le elezioni regionali, in difesa degli interessi dei cittadini che non possono essere considerati alla stregua di sudditi».