FIRENZE – Si ferma il trasporto pubblico locale l’8 novembre per lo sciopero nazionale di 24 ore. Non saranno rispettate le fasce di garanzia per la prima volta in 19 anni.

A proclamarlo unitariamente Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna per il rinnovo del contratto nazionale Autoferrotranvieri internavigatori (Mobilità Tpl) scaduto il 31 dicembre 2023 e a seguito dell’interruzione della trattativa il 30 maggio. Assicurati solo il 30% del personale viaggiante e i servizi minimi indispensabili come scuolabus, i collegamenti con porti e aeroporti, oltre al trasporto dei disabili. Ecco le motivazioni della protesta e lo stop di metro, bus e tram città per città.

Le organizzazioni sindacali spiegano che la manifestazione “si è resa inevitabile dopo aver preso atto che le associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav perseverano nel loro atteggiamento di indifferenza. Dopo gli scioperi di luglio e settembre non abbiamo ricevuto nessuna convocazione per giungere a una soluzione della vertenza e avviare concretamente un confronto serio tra le parti. A questo punto vista l’irresponsabilità delle controparti serve un intervento deciso del governo e del ministero dei Trasporti che prendano in carico la situazione”.

“Da parte nostra vogliamo un rinnovo contrattuale – sottolineano infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna – con un incremento economico in linea con l’aumento del costo della vita, vogliamo rimodulare la parte normativa per consentire una migliore conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro, nonché sensibilizzare il ministero degli Interni e il ministero delle Infrastrutture e Trasporti per individuare soluzioni atte a contrastare il fenomeno delle aggressioni”.

In accordo con i sindacati, tra le fasce orarie 4,15-8,14 e 12,30-14,29 sarà garantito solo il 30% delle corse, definite come servizi indispensabili.

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