FIRENZE – Ius Scholae, protesta la destra giovanile fiorentina. Con uno striscione esposto davanti al liceo Russell Newton.
C’è il volto della sindaca a sinistra, e poi la scritta “Italiani si nasce, non si diventa. No Ius Scholae”. Il riferimento è allo Ius Scholae deliberato dalla giunta di Palazzo Vecchio. Un riconoscimento onorario, senza valore legale, per ragazze e ragazzi residenti in città, che abbiano frequentato per almeno 5 anni le scuole in Italia e abbiano compiuto, prima dei 18 anni, almeno un ciclo scolastico, conseguendo un diploma di vario grado.
“Un modo per mandare un messaggio”, ha spiegato la sindaca, Sara Funaro, “ai ragazzi, per far loro capire che per noi non sono diversi dai loro compagni e per mantenere alta l’attenzione sul riconoscimento della cittadinanza. Sono a favore anche dello Ius Soli”, ha aggiunto.
Per chi aderirà all’iniziativa dello Ius Scholae onorario è prevista una cerimonia a maggio nel Salone dei Cinquecento. Da qualche giorno è possibile inviare le domande. In contemporanea si è verificata una protesta di Gioventù Nazionale e Azione studentesca.
“Questa mattina, con una folta delegazione di militanti, abbiamo effettuato un sit-in davanti al Liceo Russell-Newton per protestare contro l’ennesimo folle provvedimento ideologico della giunta Funaro”, hanno detto Simone Sollazzo, presidente di Gioventù Nazionale Firenze, e Cosimo Bianchi, responsabile di Azione Studentesca Firenze. Hanno definito lo Ius Scholae “errore normativo e capriccio ideologico perché italiani si è per discendenza e non per propaganda. È un dogma progressista fuori dalla realtà, teso alla realizzazione di una ‘società aperta’ basata sull’integrazione forzata e sul sovvertimento dei tessuti sociali e culturali”.
In provincia di Firenze ci sono 25.932 studenti stranieri, il 20,3% del totale. Di questi, 14.594 sono nati in Italia ma senza cittadinanza. “In una città insicura per le azioni dei clandestini, le priorità della Giunta dovrebbero essere altre: Sara Funaro dovrebbe tutelare i fiorentini e non compiacere l’anima più radicale del suo elettorato”, hanno evidenziato Sollazzo e Bianchi.