Una recentissima inchiesta di opinione rivela che l’89% degli Italiani giudica l’unità d’Italia una cosa molto o abbastanza positiva, l’86% è molto o abbastanza orgoglioso di essere italiano e l’81% dichiara di provare una forte (54%) o moderata (27%) emozione quando sente suonare l’inno nazionale. A fronte di questo comune sentire nei confronti dell’unità nazionale e dei suoi simboli, l’opinione pubblica italiana appare sostanzialmente divisa sul Federalismo e sui suoi possibili effetti. L’indagine mostra che mentre il 43% degli intervistati si dichiara molto o abbastanza favorevole all’introduzione del federalismo, il 35% è contrario ed il 22% non ha un’opinione a riguardo.


Lo studio – L’indagine è stata realizzata dal Laboratorio Analisi Politiche e Sociali (LAPS) dell’Università degli Studi di Siena per conto della Regione Toscana e del Comune di Siena tra il 24 gennaio ed il 7 febbraio 2011 su un campione di 803 individui, rappresentativo della popolazione italiana, stratificato per sesso, età, titolo di studio e area di residenza.


Principali risultati – L’indagine rivela un grande entusiasmo per l’unità nazionale, per i suoi simboli e per la patria. L’89% degli intervistati ritiene che l’unità d’Italia sia stata una cosa molto o abbastanza positiva. L’81% dichiara di provare una forte (54%) o moderata (27%) emozione quando sente suonare l’inno nazionale in occasioni solenni. Un sentimento questo che accomuna tanto i cittadini di centro-sinistra quanto quelli di centro-destra. Il 45% del campione indica in Garibaldi il personaggio storico che ha contribuito di più all’unità d’Italia, seguito da Cavour (25%), Mazzini (14%) e Vittorio Emanuele II (4%). Con il 29% delle preferenze De Gasperi risulta essere il politico ritenuto più importante della storia d’Italia. Cavour si colloca al secondo posto con il 25% delle preferenze, seguito da Mussolini (14%), Giolitti (10%) e Berlusconi (9%).


Modesta conoscenza dell’anniversario dei 150 dell’Unità d’Italia – Solo la metà del campione intervistato (48%) ha in qualche modo sentito parlare del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia. Il resto non ne ha sentito parlare (48%) o non ricorda (4%). Il livello di conoscenza sulla storia del nostro paese non è elevato. Il 54% è in grado di indicare Torino come la prima capitale d’Italia ed il 30% Firenze come capitale, prima della presa di Roma nel 1870. Solo poco più di un terzo dei cittadini intervistati (35%) indica con precisione l’anno in cui è avvenuta l’unità d’Italia (1861). Tra quelli che non sanno indicare una data, anche se approssimativa, il 34% (pari a circa un decimo del campione) la colloca dopo il 1900.


Frattura Nord-Sud sul Federalismo – Il pubblico italiano è diviso sul tema del federalismo. Il 43% è molto o abbastanza favorevole all’introduzione del federalismo in Italia, il 35% è contrario ed il 22% non ha un’opinione a riguardo. Gli elettori di centro-destra sono molto più propensi ad approvare una simile iniziativa (61%), di quanto lo siano gli elettori di centro (49%) e centro-sinistra (36%). Il 45% degli intervistati etichetta il Nord come “egoista” ed il 31% giudica il Sud come un “peso per lo sviluppo del paese,” ma solo il 15% degli intervistati sostiene che “Nord e Sud dovrebbero dividersi perché troppo diversi tra loro.” Su questi giudizi  incide sia l’orientamento politico che la provenienza geografica dell’intervistato. Il 38% di chi vive in una regione del Nord ed il 44% di chi si definisce di centro-destra ritiene il Nord egoista, contro il 56% di chi vive al Sud ed il 54% di coloro che sono di centro-sinistra. Dall’altro lato, il 39% dei cittadini residenti al Nord ed il 34% degli elettori di centro-destra considera il Sud come un peso per lo sviluppo del paese, contro il 22% dei residenti al Sud e dell’elettorato di centro-sinistra. Solo una minoranza di entrambi gli schieramenti auspica però una divisione del paese. Sono il 18% al Nord e il 15% al Sud, il 22% tra il centro-destra e il 6% tra il centro-sinistra.


Solidarietà si, ma a certe condizioni – Gli italiani, rivela questa indagine, avvertono la responsabilità delle regioni più ricche verso quelle più povere. il 62% degli intervistati è d’accordo che le regioni più ricche dovrebbero aiutare quelle più povere e solamente il 24% sostiene che quelle più povere debbano basarsi solo sulle loro forze. Tuttavia, se la solidarietà è declinata in termini Nord-Sud, solo il 38% (contro il 62% dell’alternativa ricche-povere) è convinto che le regioni del Nord abbiano il dovere di fornire un aiuto a quelle del Sud, mentre il 48% ritiene che quelle del Sud debbano fare affidamento soprattutto sulle loro forze (il doppio rispetto al 24% della alternativa ricche-povere). Sebbene gli elettori di centro-destra siano in genere meno propensi ad approvare qualsiasi forma di aiuto rispetto a quelli di centro e centro-sinistra, quando il tema della solidarietà è declinato in termini Nord-Sud, il consenso declina per tutti i gruppi (di 18 punti per il centro-sinistra, di 38 punti per il centro e di 25% per il centro-destra).


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