jihadUn uomo di origine marocchina è stato arrestato all’alba di oggi dalla Polizia di Pisa perché ritenuto responsabile di reati specifici di propaganda e istigazione alla jihad. L’uomo, 25 anni, risiede nel comune di Ponsacco è in Italia da quando ne aveva 8, attraverso un ricongiungimento familiare. Vive con i genitori in un modesto appartamento ed è disoccupato. Nella perquisizione della sua abitazione, sarebbe stato sequestrato un computer e tre telefoni cellulari. Il provvedimento di arresto è stato emesso dal Gip di Firenze. L’operazione è condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Firenze.  La task force messa in campo dalla Polizia di Stato è costituita, oltre che da operatori Digos specializzati nelle attività di contrasto al terrorismo, da unità artificieri, da operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni, dalla Polizia Scientifica e dal Nucleo Prevenzione Crimine della Polizia di Stato.

L’indagine Nella sua attività di istigazione ad attività terroristiche, il marocchino postava su Facebook anche foto di celebri monumenti dell’occidente, forse considerati da lui obiettivi di attentati. Tra questi la Statua della Libertà, la Torre di Pisa, la cattedrale di San Basilio a Mosca. Ma anche un muro in Israele per la separazione dei territori occupati e un’avveniristica architettura a Dubai. Secondo quanto riferito in una conferenza stampa presieduta dal Procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, il giovane gestiva come amministratore tre profili Facebook, da cui, accanto a discussioni su temi religiosi islamici, invitava però gli ‘amici’ a posizioni oltranziste ed estremiste, evidenziando una chiara condotta per proselitismo a favore della partecipazione alla Jihad. Gli stessi argomenti, secondo le indagini di digos e polizia postale, sono stati usati dal 25enne anche in video e commenti inseriti in altri gruppi a cui era iscritto, raggiungendo così circa 12mila persone, non solo nel mondo arabo ma anche italiani. Tra le immagini c’è il disegno di una decapitazione che l’uomo commenta come atto di eroismo. In una foto invece si vede una scritta nel deserto che, tradotta, significa «solo la legge di Dio va seguita mentre, le leggi degli uomini devono essere distrutte». Secondo gli investigatori l’arrestato propugnava come mezzi per realizzare lo stato islamico, anche strage, omicidi, attentanti e danneggiamenti. In un suo commento si legge che si isserrà «dal sangue la bandiera dello stato islamico»; in un altro commento esorta «i democratici ad andare via, noi faremo la Jihad». I tre profili Facebook di sua diretta gestione sono stati sottoposti a sequestro preventivo e oscurati.