Due popoli uniti da un legame antico che hanno deciso di gemellarsi nel nome della storia, ma anche di nuovi e sempre più proficui rapporti economici, turistici e culturali. Isola del Giglio e San Quirico d’Orcia sanciranno con la firma del patto di gemellaggio questi rapporti sabato 28 settembre in piazza XVIII Novembre a Giglio Castello (ore 15,30) nell’ambito delle celebrazioni della “Festa dell’Uva e delle cantine aperte” (leggi).

Il documento L’iniziativa in programma sabato, che sarà accompagnata dall’esibizione della locale banda “Enea Brizzi”, è stata organizzata per ricambiare la visita che una delegazione gigliese, guidata dal sindaco Ortelli, organizzò lo scorso 28 aprile a San Quirico d’Orcia (leggi). Il Patto istituzionalizza il gemellaggio culturale e artistico avviato nel 2008 tra i Festival dei due territori, il MusicalGiglio e il Festival della Valdorcia. Ma il legame profondo che unisce i due territori  ha origine nel 1549 quando alcuni contadini della Valdorcia furono trasferiti all'Isola del Giglio per ripopolarlo, dopo le deportazioni del pirata Barbarossa.
 
Promozione delle eccellenze comuni «Un patto che suggella in via definitiva un’amicizia che è maturata nei secoli – dichiara il sindaco del Comune di Isola del Giglio Sergio Ortelli – che richiama forti tradizioni e un’indelebile storia comune tra due territori che credono fortemente che il loro sviluppo passi dalla valorizzazione e dalla promozione comune delle rispettive peculiarità storiche, paesaggistiche e enogastronomiche. Un esempio su tutti è la presenza, durante questi giorni di Festa dell’Uva, della cantina della Val d’Orcia con i suoi piatti prelibati e il suo rinomato vino». «Sulla scia della storia – aggiunge Roberto Rappuoli, sindaco del Comune di San Quirico d’Orcia – le due amministrazioni comunali hanno preso coscienza dei legami profondi che uniscono i due territori. Legami che con il passare degli anni si sono rafforzati dando vita a rapporti di amicizia e affetto tra gli abitanti. Con questo patto diamo vita a scambi culturali e commerciali che, auspichiamo, possano aumentare la visibilità dei due territori anche all’estero, partendo dalle nostre eccellenze enogastronomiche: Doc Orcia e Ansonaco su tutti».