Una cellula di estremisti islamici che operava tra l’Italia e i Balcani è stata smantellata dall’Antiterrorismo della Polizia, al termine di una lunga indagine. La cellula, secondo quanto si apprende, era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dell’Isis. Tre le persone arrestate nell’operazione, manette che sono scattate in provincia di Torino e in Albania, rispettivamente per un italiano e due cittadini balcanici. Le perquisizioni però, nei confronti di alcuni soggetti ritenuti simpatizzanti dell’Isis, si sono allargate ed hanno riguardato Lombardia, Piemonte e Toscana. «Una regione», quest’ultima, «già al centro di controlli, dopo che si scoprì che una ragazza originaria della Lombardia era passata da Grosseto prima di recarsi in Siria per abbracciare la causa del Califfato», stando a quanto riporta l’edizione online de La Nazione.
A Massa Carrara perquisita casa tunisino In Toscana è stata perquisita un’abitazione in provincia di Massa Carrara. Nella casa abiterebbe, secondo le prime notizie trapelate, un cittadino tunisino che avrebbe avuto contatti ripetuti con i soggetti oggi sottoposti ad ordinanza di custodia cautelare, ovvero i due cittadini albanesi, zio e nipote che secondo le indagini stavano reclutando aspiranti combattenti, per instradarli tra le milizie dello Stato Islamico. Il tunisino potrebbe essere tra gli interessati al reclutamento. Non sono stati emessi provvedimenti, al momento, dopo la perquisizione nell’abitazione del tunisino.
L’indagini anti-Isis in Italia L’indagine, rende noto il direttore della Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos), il prefetto Mario Papa, è durata due anni ed è stata coordinata dall’Ucigos e condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle Questure di Torino, Como e Massa Carrara. Uomini dell’Antiterrorismo, della questura di Brescia e del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia hanno operato anche in Albania, nella zona di Tirana.
Gli arresti e il documento di propaganda Isis Tra gli arrestati c’è un ventenne italiano di origine: sarebbe lui l’autore del documento di propaganda dell’Isis, “Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare”, un testo di 64 pagine interamente in italiano, apparso di recente sul web. Il giovane, secondo le indagini, era attivissimo su Internet e avrebbe preparato il documento, di cui si è saputo solo lo scorso 28 febbraio, già a novembre. Il testo illustra nel dettaglio le attività del Califfato in Siria e Iraq, descrivendolo come uno Stato che offre protezione ai suoi cittadini ed è spietato con i nemici. L’importanza del documento, sostengono gli investigatori, sta non tanto nei contenuti quanto nel fatto che è stato ideato specificatamente per il pubblico italiano. Le indagini hanno accertato che dopo esser stato messo in rete dal ventenne, il documento è stato rilanciato da diversi utenti, attraverso Facebook e siti internet.
La rete italo-balcanica del terrorismo isalmico I tre arrestati, stando alle indagini, erano in contatto, sia telefonico che tramite Facebook, con Anas El Abboubi, uno dei foreign fighters italiani che si troverebbe attualmente in Siria. Lo stesso Anas (arrestato dalla Digos nel giugno del 2013 e poi scarcerato dal Tribunale del Riesame), pochi giorni prima di trasferirsi in Siria, aveva effettuato un viaggio in Albania, dove viveva uno dei presunti estremisti islamici bloccati dall’antiterrorismo. Un giovane italo-tunisino, “agganciato” da alcuni degli arrestati dalla Polizia nell’operazione contro una cellula di estremisti islamici, è stato sottoposto al regime di sorveglianza speciale di Polizia, introdotto dal nuovo decreto antiterrorismo, e gli sono stati sospesi i documenti per l’espatrio. Il ragazzo, residente in provincia di Como, era minorenne quando è stato individuato attraverso internet dai due albanesi arrestati oggi. L’approccio è avvenuto subito dopo la partenza dall’Italia di Anas El Abboubi: all’inizio il giovane era titubante tanto che l’uomo arrestato in Albania è venuto appositamente per convincerlo ad aderire allo Stato Islamico.