FIRENZE – Il team ISIA RACING + DIRT in gara dal 2 al 9 settembre al Transanatolia 2023 nella categoria moto con Mirko Tattarini, designer e docente ISIA Firenze, su BETA RR430 preparata da Dirt Racing. Dal Mar Nero al Mar Egeo per 2500 km, partendo da Samsun, attraverso Amasya, Tokat, Sivas, Aksarai, Ankara, Aymana, Afyonkaraisar fino a Izmir.

Il TransAnatolia è uno dei rally raid più duri al mondo, che si tiene dal 2010 nelle categorie Moto, Auto, Camion, Quad e SSV per sette tappe. I partecipanti attraverseranno il confine di quattro province su circa 2.500 chilometri di piste interamente fuoristrada. La gara è organizzata con il supporto della Federazione turca degli sport automobilistici (TOSFED) e dell’Agenzia turca per lo sviluppo del turismo e della promozione TGA.

La partecipazione rientra nei progetti di ricerca sulla mobilità sviluppati da ISIA Firenze all’interno dell’indirizzo Hyde-Lab. In particolare le competizioni estreme sono l’occasione per testare sul campo soluzioni progettate – come nel caso della tesi di laurea di Loris D’Ascenzo – e raccogliere informazioni per svilupparne di nuove. Si tratta quindi di soluzioni sia meccaniche che digitali orientate al rafforzamento dell’esperienza di guida e di viaggio.

Viaggio è anche la parola chiave degli obiettivi di ricerca ISIAFirenze/Hyde-Lab: problematiche di natura planetaria non ammettono più spostamenti seriali magari innecessari ed è opportuno rivalutare il concetto di viaggio come scoperta – e non come vacanza mordi e fuggi – anche a titolo individuale.

Il viaggio è sacro, e un rally attraversa zone per lo più precluse alle rotte normalmente consentite, è quindi esplorazione di luoghi geografici e interiori, laddove 6/10 ore di guida fuoristrada giornalieri sono di fatto una forma di meditazione. Si tratta poi di una scoperta continua: il percorso è infatti completamente sconosciuto ai piloti che ricevono poche ore prima della partenza un road-book contenente indicazioni da interpretare e quindi seguire per completare ogni tappa. Non a caso le competizioni di rally non sono definite “prove di velocità” ma “prove di navigazione”. Di terra.

I più critici obietteranno che si tratta di una competizione che non produce valore ma scarti, la realtà è che la narrativa e la ricerca sono valore, non solo, anche i più alti obiettivi di salvaguardia del Pianeta non interrompono le intraprese dell’avventura umana che, anzi, possono acquisire valenza politica.

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