Viola_3_1.jpg«In questi giorni si fanno tanti nomi, ma a oggi non c’è un’opzione sul tavolo: aspettiamo che questa si concretizzi. Da un punto di vista prettamente industriale, l’ipotesi con Ubi presenta aspetti positivi basati soprattutto sulla pressoché totale assenza di sovrapposizioni geografiche. Quanto al cosiddetto triangolo, non posso non notare che fusioni multiple hanno pochissimi esempi (credo l’unica in Europa sia Bankia) e hanno un’alta complessità organizzativa. Quindi le guardo con una certa prudenza». Lo dice l’ad del Monte dei Paschi di Siena, Fabrizio Viola, in un’intervista a Repubblica.

Montagne russe a Piazza Affari per Mps Commentando l’andamento del titolo, osserva che la Borsa perde perché «si erano generate aspettative eccessive sulla bad bank», ma «dal preconsuntivo si conferma che la banca è solida, sia dal punto di vista patrimoniale», che «della liquidità, che a dicembre era a 24 miliardi, ai massimi da 4 anni e tale da consentirci di assorbire gli effetti negativi della recente volatilità sui mercati». Anche se lo stock è calato, «ovviamente – sottolinea – sulle sofferenze dobbiamo lavorare: ieri abbiamo parlato molto di come rafforzare l’obiettivo di ridurle di 5,5 miliardi, previsto dal piano strategico». Sulla garanzia statale sulle cartolarizzazioni, l’ad sottolinea che, in attesa di maggiori informazioni, «di positivo c’è che il governo ha portato a casa qualcosa, e che si toglie incertezza al mercato: della bad bank se ne parlava da un anno e questo a mio avviso ha un po’ rallentato le cessioni di sofferenze». Intanto forti acquisti sulle banche a Piazza Affari nella prima fase di scambi dopo il crollo della vigilia. Vola Mps (+8,17%), dopo che in apertura il titolo non è riuscito a fare prezzo. Ieri la banca senese ha presentato i conti con un ritorno all’utile dopo 5 anni.

Pesce grande e pesce piccolo «Hanno fatto una mossa corretta di comunicazione, visto che erano esagerate le percezioni negative sull’andamento del Monte del Paschi di Siena, dimostrando che è in atto una campagna che vede in modo molto più negativo la situazione dell’Italia, e in particolare del Monte dei Paschi». Così Carlo Messina, Ceo di Intesa San Paolo, a margine del convegno organizzato da Anci a Palazzo Vecchio a Firenze, ha risposto ai giornalisti che gli hanno chiesto un commento all’anticipazione al 28 gennaio da parte di Mps del preconsuntivo di bilancio 2015. Intanto sul Fatto Quotidiano, Giorgio Meletti analizza l’ipotesi fusione Ubi-Mps: «Ubi ha una massa di crediti alla clientela di 83 miliardi, Mps 113 – si legge -. Il pesce più piccolo è in miglior salute e mangerà quello più grande. Ubi ha solo 4,2 miliardi di sofferenze nette, il 5% dei crediti. Mps ha 9,5 miliari di crediti inesigibili, l’8,4% del totale».