Sono contento che alla fine Expo Milano sia stato un successo.
Io ci sono andato senza idee preconcette e l’ho trovato molto bello, senza l’assillo di fare la fila (era metà luglio), tanto che ho potuto visitare in due giorni oltre cinquanta padiglioni. E se penso che ho rinunciato al Giappone perché c’erano 45 minuti di fila…
La legittima soddisfazione degli organizzatori per aver sfondato i 20 milioni di biglietti (o almeno: così sembra…) non dovrebbe però sconfinare in affermazioni senza base realistica, come quelle che riguardano l’impatto di Expo sul turismo, nel 2015 e negli anni a venire. Nessuno può sapere se questo impatto ci sarà e di quale dimensione, poiché né prima di Expo, né durante, né adesso è mai stata impostata una seria politica di promozione e di destinazione rivolta ai turisti stranieri. Anzi, c’è stato il solito tentativo maldestro di mettere in piedi il “classico” tour operator creato in laboratorio (Explora) e come sempre finito malamente, perché struttura di carattere politico e non tecnico. In mancanza di un lavoro serio, è dunque inutile parlare di quali saranno i vantaggi che Expo porterà al turismo in Italia, se ci saranno e di quali dimensioni.
Preferisco allora fare il gioco opposto e mettermi nei panni del visitatore italiano verso altri Paesi presenti e capire io per primo se la visita mi può aver trasformato in potenziale turista.
Il mio padiglione preferito è stato il bosco dell’Austria, ma non per questo mi ha motivato a fare un viaggio a Salisburgo o a Innsbruck. Il padiglione del Vietnam era molto bello come involucro esterno, ma ho trovato molto fastidioso che all’interno fosse solo e soltanto pubblicità turistica del paese, senza nessun contenuto sul tema dell’alimentazione. Bellissimo e molto interessante il padiglione con le storie di donne dell’Angola, ma non credo che andrò mai a vedere di persona se quello che raccontavano sia vero o pure no. Mi è piaciuto l’allestimento del Marocco, ma è un Paese che adoravo già prima e verso il quale ho sempre un pregiudizio favorevole.
Sono uscito da Expo Milano con un solo desiderio da turista: trasferirmi direttamente in Ecuador non appena avrò finito alcune cose su cui sono al momento impegnato (quindi, realisticamente, verso il 2030), perché è il Paese che ha saputo raccontarsi in modo affascinante, come un luogo con un ambiente naturale di grande armonia, senza però essere selvaggio.
Conclusione: Expo non era pensato e non è stato un evento turistico e dunque io non credo che avrà effetti significativi sul turismo verso l’Italia nei prossimi anni.
Ma anche la mia è soltanto una sensazione, che di tecnico non ha (e non può avere) nulla.