«Ci assumiamo la responsabilità di dire ai cittadini che per avere più investimenti, Comuni che funzionano meglio, servizi più efficienti, meno burocrazia e anche meno tasse, non possiamo rimanere una regione con 280 Comuni». A dirlo il segretario del Pd toscano Dario Parrini a una settimana di distanza dall’approvazione in Consiglio regionale di quella risoluzione proposta dal gruppo del Pd per l’accelerazione sul tema fusione dei comuni.«Le fusioni sono necessarie – prosegue Parrini – e nel mentre non obblighiamo nessuno perché resta sacro il principio della volontarietà, premiamo fortemente chi sceglie di fare un percorso insieme ad altri di rinnovamento e servizio ai cittadini».
Parrini: «Il campanilismo sta diventando controproducente» Il segretario del Pd risponde però a tono a tutti quei comuni che nelle ultime settimane hanno mostrato evidenti segnali di storcere il naso davanti alla prospettiva di una futura fusione. «Sono molto pochi quelli contrari – ha aggiunto Parrini-. Le comunità sono chiamate a esprimersi e il campanilismo non è importante, non è utile e sta diventando controproducente. Dobbiamo essere antilocalisti e vedere nell’allargamento delle dimensioni degli interventi della pubblica amministrazione la garanzia di migliori servizi per i cittadini».
Marras: «Volontarietà non obbligo» Più soft e meno diretto il pensiero del capogruppo del Pd in consiglio regionale Leonardo Marras sullo stesso tema. «Un risultato importante quello dell’approvazione della nostra risoluzione, un impegno decisivo per questa legislatura che viene mantenuto, ma non rappresenta un punto d’arrivo, ma una nuova partenza che ci vedrà ora impegnati in un grande percorso di partecipazione che vedrà coinvolti i cittadini e gli enti locali. Dalla scorsa settimana, infatti, è iniziato il confronto in tutta la Toscana sui nuovi Comuni e il patto di governo tra i Comuni e la Regione. I Comuni sapranno cogliere tutte le opportunità di questa fase, perché abbiamo parlato di volontarietà e non di obbligo, proponendosi come i primi attori di una profonda azione riformista secondo la più alta tradizione toscana».