«Oggi è una di quelle giornate dove abbiamo la prova provata di quanto Legacoop investa sul futuro attraverso i giovani, attraverso il progetto ‘Generazioni’, e quanta importanza la nostra organizzazione dia alla crescita di persone alle quali poi passare il testimone quando sarà il momento. Quindi una bella giornata». Così il presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti, a margine dell’assemblea giovani Legacoop svoltasi oggi al ‘Teatro del Sale’ di Firenze, parlando degli investimenti sul mondo giovanile dell’associazione di tutela e rappresentanza delle cooperative.
La resilienza del mondo cooperativo può non essere eterna «Ieri abbiamo fatto un’assemblea delle start up che abbiamo promosso nell’ultimo anno, ci siamo dati un progetto che è fatto di competenze, è fatto di finanziamenti disponibili che ha prodotto un risultato eccezionale. –ha aggiunto Lusetti – Oggi abbiamo piu’ di 100 start up in incubazione, dieci delle quali già si sono trasformate in cooperative e quindi questo è la testimonianza di come si può affrontare in maniera concreta il tema della disoccupazione, il tema dell’innovazione, e legare i due in una logica in cui forma cooperativa si esprime al massimo dei propri potenziali e dei propri valori». Nell’ultimo periodo la produzione in Italia e segnatamente del lavoro fa giungere segnali positivi in parte contraddittori: il mondo delle cooperative in questi anni ha rappresentato un forte argine alla perdita di posti di lavoro. Da piu’ parti si è detto che anche la resilienza del mondo cooperativo può non essere eterna. E sulle prospettive 2016 Lusetti ha risposto che «nel 2015 questo tema della resilienza si è manifestato nella tenuta dell’occupazione. –ha sottolineato – Non siamo solo tenuti ma siamo cresciuti di oltre 30 mila unità nel mondo della cooperazione tutto inteso, abbiamo tenuto il fatturato, abbiamo diminuito le redditività e quindi il fatto di salvaguardare l’occupazione è stato pagato dalle cooperative con una minore redditività. Questa è una nostra caratteristica che ci differenza dalle imprese private che avendo come scopo quello del lucro evidentemente nel momento in cui cessa questo, cessa anche la ragione di esistere. Su questo versante la resilienza nostra non è solo un elemento che ci connota e caratterizza ma è un valore per questo Paese. Le prospettive non possono che essere complesse e complicate perché se è vero che da una parte ci sono dei segnali di ripresa, dall’altro noi usciamo da un periodo di crisi così lungo che non è pensabile che ciò che abbiamo avuto come risultati negli ultimi 7-8 anni, possono durare all’infinito».
«Noi cooperatori siamo costruttori di pace» Nel frattempo anche sul mondo economico italiano soffiano possibili prospettive di venti di guerra. «In generale io penso che le guerre servono a poco per risolvere i problemi -ha concluso il presidente nazionale di Legacoop- Dobbiamo superare questa cultura dell’emergenza che ci portiamo dietro come paese quando si tratta di fatti economici. In generale a livello internazionale dobbiamo superare anche in queste logiche la risposta in qualche misura piu’ facile che le persone si attendono, ovvero rispondere con un atto di violenza, con altrettanta violenza. Non limitiamoci a pensare a questo, pensiamo ad una strategia di lungo periodo che consenta di pensare ad un mondo fatto di pace. Noi cooperatori siamo costruttori di pace. Nel complesso i timori e le paure che ci sono in questa direzione speriamo che non si realizzino in termini di negatività, in termini di frenata ma in una ripresa economica che sta dando i suoi primi frutti ma che ancora non è assolutamente consolidata. Ci auguriamo che questo non avvenga».