Attrarre nuovi investimenti dall’estero sul territorio regionale. A tale scopo è stato siglato questa mattina un protocollo d’intesa tra il Ministero dello Sviluppo Economico e Regione Toscana. «Gli investimenti abbiamo visto che aumentano in controtendenza rispetto al panorama nazionale – ha spiegato a margine della firma del protocollo il governatore Enrico Rossi -. Questo è frutto anche di un’attenzione, di un lavoro . A volte poter dare un punto di riferimento sicuro con un’istituzione che può svolgere anche da coordinatrice rispetto agli altri enti per insediarsi, per avere i permessi, è assolutamente fondamentale. Noi questo elemento di riferimento sicuro l’abbiamo provato a darlo ed abbiamo visto risultati interessanti. In Toscana operano poco meno di 500 imprese provenienti dall’estero, multinazionali e non, che occupano 35mila addetti, che sono per lo più in espansione, e producono un fatturato che contribuisce al 17-18% del Pil della Toscana, qualcosa come 15 miliardi. Questo protocollo che adesso firmiamo con il Governo è importante perché gli stessi problemi di attrazione degli investimenti, in modo peraltro analogo al nostro, inizia a porseli anche il Governo. Questo è senz’altro un bene e la Toscana con la stipula di questo accordo oggi riesce ad essere la prima regione che stabilisce un rapporto su questi temi con il Governo nazionale. Questo vuol dire in poche parole che mano a mano che ci sono investitori che si avvicinano all’Italia, se si avvicinano a livello nazionale siamo riferimento come Toscana per accogliere proprio questi investitori».
Un lavoro in evoluzione «Noi stiamo cambiando radicalmente la maniera in cui si è fatto, o meglio non si è fatto in Italia fino ad adesso.- ha aggiunto il Viceministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda -. L’azione degli investimenti non è andare all’estero a parlare a centinaia di persone su quanta è bella l’Italia e come è bello venire qui. E’ un lavoro molto più mirato, in cui si costruiscono data base di offerte, ovvero si costruisce la singola offerta che si vuole presentare agli investitori, sono molto più importanti gli incontri individuali che le riunioni collettive, dopodiché ci vuole tutto un processo a valle che funzioni e che abbia in testa innanzitutto un primo elemento, cioè che il primo bacino su cui pescare è prima di tutto tenere sugli investimenti, e soprattutto lavorare sugli investimenti aggiuntivi degli investitori che ci sono. La Toscana per noi da questo punto di vista è la prima regione su cui stiamo testando questo nuovo processo, abbiamo lavorato su alcuni dossier molto importanti, stiamo ancora lavorando ancora su altri dossier, e abbiamo deciso di iniziare a costruire da qui un modello che poi può essere replicato in altre regioni italiane, ovvero una sorta di test su cui baseremo l’interazione fra Governo centrale e regioni nell’attrazione degli investimenti».