È di questa ieri mattina la notizia della proposta di legge elaborata dal governatore della Toscana, Enrico Rossi per l’abolizione dell’intramoenia dopo che, recentemente, su questo argomento il Consiglio regionale ha discusso e approvato una mozione con chiare indicazioni sulla regolamentazione della pratica, poi condivise anche dalla giunta regionale.
Marras: «Sorpreso dalla crociata di Rossi» «Sono sorpreso da questa crociata del presidente Rossi per l’abolizione dell’intramoenia – ha commentato Leonardo Marras, capogruppo Pd Regione Toscana – dopo che su questo argomento il Consiglio regionale ha già fissato gli indirizzi, pochi mesi fa, sostenendo l’utilità della libera professione e la necessità di regolamentarla con maggiore efficacia di quella avuta finora, anche in Toscana. La giunta Rossi in attuazione della mozione approvata dal Consiglio ha dichiarato di recepire e mettere in atto tutte le nostre richieste, evidentemente condividendole, per questo, appare ancora più fuori luogo la mossa del presidente di elaborare una proposta di legge d’indirizzo contrario. Le notizie da commentare per quanto riguarda la sanità, sono lo sblocco delle assunzioni e l’incremento del fondo nazionale della sanità: cose affatto scontate in questo momento di vacche magre e che invece il governo Renzi ha proposto all’interno della legge di stabilità 2017».
La mozione Presentata dai consiglieri del Partito Democratico, la mozione impegnava la giunta: a rivedere, dove necessario, la regolamentazione esistente in merito alle erogazioni di prestazioni sanitarie in regime intramoenia e a rafforzare alcune azioni, ad esempio, per l’organizzazione di un sistema aziendale centralizzato che gestisca in maniera efficiente le liste di attesa e per l’adozione da parte delle aziende di un adeguato sistema informativo di monitoraggio e tracciabilità dell’intero processo (offerta, prenotazione, erogazione, pagamento e rapporto dei volumi) finalizzato anche all’elaborazione di strumenti di monitoraggio regionale (cruscotto) alimentato in forma standardizzata dalle varie aziende; a favorire una programmazione che miri a tutelare la qualità dell’attività istituzionale, l’uguaglianza dei cittadini nell’accesso ai servizi sanitari, introducendo, a tal fine, tra i criteri per la valutazione delle direzioni generali delle aziende sanitarie la positiva gestione dei tempi delle liste di attesa; a valutare la fattibilità di intervento sulle soglie di remunerazione delle prestazioni erogate in regime di intramoenia, tale per cui al crescere dei compensi di cui alle attività libero-professionali cresca progressivamente la quota trattenuta dall’azienda sanitaria nell’ambito della quale la prestazione è stata erogata e ad attivarsi in sede di Conferenza Stato-Regioni affinché si proceda ad un monitoraggio sullo stato di applicazione della normativa sulla libera professione sanitaria in regime intramoenia, con l’obiettivo di garantire l’uniformità su tutto il territorio nazionale e al rafforzamento del principio dell’esercizio esclusivo della professione sanitaria all’interno del sistema pubblico mediante il superamento progressivo della possibilità di esercitare contestualmente la libera professione extramoenia.
La replica di Rossi: «Il problema è sentito dai cittadini» A stretto giro di posta è arrivata la risposta del governatore Rossi che ha precisato a Marras che «l’iniziativa sull’intramoenia è una proposta di legge di carattere nazionale. Nei miei incontri avuti con molti cittadini ho potuto verificare come il problema sia sentito». Per quanto riguarda invece la sola Regione Toscana, Rossi ha spiegato di condividere l’indirizzo del gruppo e ha auspicato che quanto deciso venga attuato in tempi rapidi.