«Sarà giusto intitolare Sollicciano ad Alessandro Margara, l’ispiratore della riforma penitenziaria, “il magistrato che trattava i detenuti come uomini”, solo se la gestione del penitenziario fiorentino cambierà in modo tangibile e sarà riconosciuta dalla popolazione detenuta». Così il garante toscano dei diritti dei detenuti, Franco Corleone interviene sulla proposta avanzata dal sindaco di Firenze Dario Nardella.
La necessità di un cambiamento L’iniziativa del sindaco è arrivata nel corso del Consiglio comunale straordinario di lunedì pomeriggio dentro le mura del carcere alla presenza del ministro alla Giustizia Orlando e del sottosegretario Migliore. «Questa proposta può essere un’occasione di discussione profonda sullo stato delle carceri in Italia, in Toscana e a Firenze», aggiunge Corleone, che ricorda in Margara, «un autentico riformatore che ha lasciato il segno con la legge Gozzini e il regolamento del 2000. Fu lui a inaugurare a Sollicciano, il giardino degli incontri di Michelucci e proprio in quella occasione indicò il senso di una vita diversa nel carcere, fatta di diritti, dignità e di un diverso rapporto con la città». Questo rapporto potrebbe nascere, secondo Corleone, con «l’apertura di una sede della semilibertà, collocata nel cuore della città. Se si realizzasse questo progetto – ha concluso il garante – l’intitolazione di quel luogo sarebbe la più adatta».«Sollicciano oltre ai problemi strutturali e di sovraffollamento ha seri problemi di natura burocratica (direttori e comandanti part time), mancanza di personale di Polizia Penitenziaria, di figure amministrative ed educative- ha sottolineato il coordinatore territoriale della Uil/Pa Polizia penitenziaria Eleuterio Grieco- Per conferire dignità al carcere di Firenze bisognerebbe abbatterlo gradualmente e riedificarlo». Intitolarlo come annunciato dal sindaco di Firenze ad Alessandro Margara «potrebbe essere davvero un’offesa se poi non si cambia la sostanza di quei luoghi».