turismo-nel-mondoL’intervista che Dorina Bianchi, sottosegretario al Ministero dei Beni culturali e del Turismo, ha rilasciato a Cristina Peroglio su numero di oggi di TTG Italia, potrebbe essere stata scritta quattro anni fa, oppure due mesi fa, oppure – temo – fra due anni. Le parole sarebbero sempre le solite: il piano strategico, il raccordo con le regioni, la vision, la sostenibilità, i controlli fiscali.

Per quel poco che conosco il mondo politico italiano, a livello locale e nazionale, non ci credono neanche loro. Dicono certe cose, solo perché sono persone cortesi e devono comunque dare le risposte ai giornalisti che pongono le domande, ricevendone in cambio una bella pagina con foto che accarezza la inevitabile vanità di ognuno.

Parole dietro le quale emerge un vuoto di azioni concrete che è facile individuare anche senza essere esperti.

Provate a leggere qui:
Quali sono le principali novità che il Piano strategico introduce?
«
C’è una vision, che è il rilancio della destinazione Italia, che si basa su quattro fattori chiave: territorio e patrimonio, che introduce il concetto di fruizione sostenibile; competitività e lavoro, per migliorare quantità e qualità dell’occupazione turistica. Poi vogliamo mettere il turista al centro, rispondendo pienamente alle sue aspettative ed esigenze e favorire scelte e responsabilità condivise fra tutti gli attori pubblici e privati della filiera».

Tutto apparentemente giusto, ci mancherebbe, ma in concreto cosa significa? Quali azioni sono previste per mettere il turista al centro? Quali dovrebbero essere le scelte responsabili e condivise fra tutti gli attori pubblici e privati? E, naturalmente, mai una volta che si parli i soldi, mai nessuno che dica spenderemo questa cifra per fare queste cose ed ottenere questi risultati, misurabili e quindi effettivi.

Lo stesso registro riguarda le altre risposte, dalla classificazione nazionale degli hotel («ci occuperemo dell’armonizzazione delle norme su tutte le strutture ricettive»), a quello che è il tema più sentito e forte del momento, che è il dilagare dell’abusivismo («Nel concreto, oltre alle normative e alle regolamentazioni specifiche, è necessario far funzionare meglio le regole anche regionali già esistenti, sostenere la tutela del consumatore e lavorare sull’integrazione con i controlli fiscali»). Ecco, se queste sono le cose che vengono considerate “concrete”, siamo veramente messi male.

Capolavoro finale sul sovraffollamento di turisti in alcune città: «Si punta a qualificare il turismo nei grandi attrattori del Paese, il che vuol anche dire liberarli dall’eccesso di visitatori. Per questo verranno attivate offerte complementari, integrate e ampliate rispetto alle grandi destinazioni».

No, neanche lei ci può credere davvero.