Il rabbino Levi, l'imam Elzir e il vescovo Meini
Il rabbino Levi, l'imam Elzir e il vescovo Meini
Il rabbino Levi, l’imam Elzir e il vescovo Meini

Senza bandiere né simboli. Così è stata la marcia di solidarietà verso il popolo francese e le vittime di tutti gli atti terroristici che ieri sera si è svolta in Valdarno (Arezzo). Centinaia di persone sono partite da San Giovanni, in piazza Cavour, guidate dai sindaci del Valdarno aretino e da Monsignor Mario Meini, vescovo di Fiesole, insieme al rabbino capo di Firenze Joseph Levi e all’imam di Firenze e presidente dell’Unione delle Comunità islamiche d’Italia Izzeddin Elzir. Tutti insieme hanno raggiunto a piedi Montevarchi, confluendo in piazza Varchi. Tra i cittadini in marcia c’erano anche tanti musulmani appartenenti alla numerosa comunità islamica del Valdarno.

sindaciLottare insieme per la vita, in nome di uno stesso Dio. «Diciamo insieme no alla morte e sì alla vita – così ha esordito il rabbino Levi -. Diciamolo insieme in quanto cittadini e come rappresentanti delle religioni. Io non conosco una religione che sia per la morte. Conosco solo religioni che sono per la vita. La conoscenza con l’Imam Elzir l’ho approfondita 12 anni fa a Firenze, quando ci siamo trovati insieme sullo stesso palco, dopo gli attentati dell’11 settembre a New York. Lì già dicevamo queste cose. Sì alla vita, no alla violenza. No ad una religione che vuol parlare in nome della morte. Io so che non è la sua religione a parlare in nome della morte. Così come non è la religione di tanti islamici che vogliono vivere come cittadini liberi. Ogni persona umana emana dal proprio viso l’immagine divina che è in noi. Impariamo a vedere questa bellezza divina che ogni uomo può emanare e trasferire agli altri».

IMG_20151118_225514l presidente nazionale Ucoii Elzir: «I terroristi e i fanatici sono il cancro dell’umanità» «Voglio salutare e ringraziare la comunità islamica del Valdarno che stasera è qui con noi – ha aggiunto l’imam di Firenze Elzir – . Queste persone hanno voluto dimostrare che fanno parte integrante di questa realtà. Come musulmani non abbiamo voluto fare gesti da soli, ma abbiamo voluto condividere questo evento con i nostri concittadini per essere italiani di fede islamica. Di fronte a questo attacco al cuore dell’Europa, che è un attacco al cuore dell’umanità, siamo prima di tutto italiani, prima di tutto europei. Chi uccide una persona in nome di una religione, bestemmia questa religione. Dobbiamo lavorare tutti quanti per vincere la paura, vero obbiettivo dei terroristi.  Andiamo avanti insieme. Tutta la comunità islamica italiana si riunirà sabato prossimo a Roma per manifestare contro il terrorismo, ma non lo faremo da soli. Abbiamo invitato tutte le fedi, tutte le associazioni, tutta la società civile ad unirsi a noi, e invitiamo voi adesso. Siamo un’unica famiglia umana e possiamo vincere la paura e il terrorismo solo insieme».

Il vescovo di Fiesole Meini: «Condanniamo il terrorismo e il business della guerra, anche l’Italia è protagonista» «Una condanna netta, chiara, senza sé e senza ma contro il terrorismo» Queste le parole del vescovo di Fiesole Meini. «Solidarietà alle vittime e ai capi delle nazioni in difficoltà in questi tragici momenti e nella lotta al terrorismo. L’importanza della presenza comune di stasera ci dimostra che è possibile convergere nella stessa piazza. Siamo l’umanità in cammino che non può esser divisa. Giorno dopo giorno il nostro accordo sta crescendo. Siamo diversi, ma stiamo costruendo un’unica realtà. Quello che vedo qui stasera mi fa ben sperare. La nostra comunità o cammina così, o non cammina affatto. Gettiamo ponti  tra nazioni, partendo dai nostri cuori.  Non facciamo finta di non saper e non vedere che dietro ad ogni guerra c’è un mercato internazionale: quello della produzione e del commercio delle armi. Anche l’Italia ne è parte integrante» ha concluso.