«Ingiurie, umiliazioni, strattonamenti, percosse e schiaffi» nei confronti degli anziani ospiti di una casa di riposo a Marina di Carrara. E’ quanto ha riscontrato la Guardia di Finanza in una struttura attiva dal 2016, cinque le persone indagate di età compresa tra i 33 e 60 anni: agli arresti domiciliari sono finiti la legale rappresentante e due dipendenti della struttura, mentre due addette sono state denunciate.
Poca acqua e tanti tranquillanti Dalla limitazione al consumo d’acqua, dando non più di un bicchiere a pasto, perchè gli anziani ospiti non ‘disturbassero’ con richieste di andare in bagno o costringendo a cambiare le lenzuola dei loro letti, all’uso in «quantità smodate e incontrollate, senza alcuna prescrizione medica» di ansiolitici e tranquillanti al fine di ridurli in stato soporoso. Sono alcuni degli «atti vessatori» contestati a vario titolo a 5 dipendenti di una rsa di Marina di Carrara come spiega una nota delle Fiamme Gialle. Gli anziani erano spesso impossibilitati a muoversi a causa di urla e minacce e in alcuni casi venivano legati alla sedia o al letto. L’attenzione dei militari si è concentrata in particolare «sul clima di sopraffazione e violenza a danno degli anziani da parte sia della responsabile, che è risultata l’unico vera dominus della struttura, sia delle lavoratrici dipendenti che soddisfacevano il volere dell’amministratrice per compiere condotte di maltrattamento in maniere costante e giornaliera». Le indagini, svolte anche con accertamenti tecnici e sanitari, avrebbero fatto «emergere il totale disprezzo» delle indagate verso gli ospiti, e anche «la crudeltà con cui le indagate erano solite comportarsi», con un metodo «unico di gestione incentrato su umiliazione, prevaricazione e aggressione, tali da indurre molte vittime a desiderare la morte, a rassegnarsi o abbandonarsi alla disperazione». All’oscuro di tutto i familiari degli anziani. I finanziaeri, inoltre, hanno scoperto che la casa di riposo era «gestita in assenza di qualsiasi autorizzazione amministrativa, non avendo ottenuto l’autorizzazione prevista dalla legge regionale 41/05 e, comunque non sono risultate effettuate le comunicazioni previste dalla citata legge». All’interno della struttura «personale non in regola con la normativa sul lavoro e comunque non qualificato per prestare assistenza sanitaria».