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In un autunno contrassegnato dalla circolazione del Covid-19 sarà fondamentale vaccinare più persone possibile contro l’influenza, anche tra la popolazione generale. Ma le 17,8 milioni di dosi acquistate basteranno a garantire il vaccino solo a 1 italiano su 3, considerando i 60 milioni che vivono nel nostro paese. E addirittura 9 regioni rischiano di non garantire neppure il 75% della copertura delle categorie a rischio. A mettere in luce «l’esigua disponibilità di vaccino antinfluenzale» è un’analisi realizzata da Gimbe con l’obiettivo di mappare le scorte regionali di vaccino antinfluenzale.

Il presidente Cartabellotta: «Vaccinazione antinfluenzale con obiettivo strategico» «La vaccinazione antinfluenzale – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – oltre a ridurre le complicanze dell’influenza e contenere l’eccesso di mortalità, quest’anno ha un obiettivo strategico: ridurre il numero di persone sintomatiche che rischiano di sovraccaricare i servizi sanitari territoriali e i pronto soccorso. Questo obiettivo, tuttavia, richiede una copertura vaccinale molto ampia anche nelle fasce non a rischio che, di fatto, includono la maggior parte dei lavoratori ai quali è affidata la ripresa economica del Paese».

Toscana tra le regioni con quantitativo adeguato di dosi Dai dati ottenuti dai bandi di gara delle forniture vaccinali antinfluenzali, è stato sviluppato un database ad hoc, emerge che 12 Regioni (Puglia, Lazio, Sicilia, Toscana, Campania, Calabria, Sardegna, Veneto, Liguria, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia e Marche) si sono aggiudicate un quantitativo adeguato di dosi per raggiungere la copertura del 75% degli over 65, ma la disponibilità di dosi residue per il resto della popolazione è molto variabile.