«Ho già parlato con il console Usa a Firenze Benjamin Wolhauer e abbiamo in programma un incontro all’inizio di questa settimana. Sarà l’occasione per mettere a punto una serie di iniziative che vedranno il coinvolgimento anche delle scuole americane a Firenze». E’ quanto ha annunciato la vicesindaca Cristina Giachi illustrando i prossimi passi dell’Amministrazione comunale in merito alla denuncia per stupro presentata da due studentesse statunitensi nei confronti di due carabinieri e all’indagine ancora in corso. «Ho inoltre chiesto al console Wolhauer di trasmettere alle famiglie delle due giovani la nostra vicinanza per l’accaduto e la disponibilità, se lo vorranno, a un incontro – ha aggiunto il vicesindaco Giachi -. Si tratta di un episodio indubbiamente molto grave che però non può e non deve incidere negativamente sul rapporto di collaborazione che da sempre abbiamo con le istituzioni scolastiche e universitarie americane presenti nella nostra città. Per questo ho già preso contatti con i rappresentanti delle Università statunitensi aderenti all’AACUPI e contatterò i direttori delle altre scuole per un incontro, sempre la prossima settimane, per fare il punto sulla situazione attuale e per mettere a punto le strategie per il futuro. Non vogliamo che questo grave episodio rovini la tradizione di Firenze come città accogliente nei confronti degli studenti stranieri e come luogo ideale per un’esperienza di studio».
Sospensione e danno d’immagine Nei confronti dei due Carabinieri accusati dalle due studentesse americane di violenza sessuale, l’Arma nel frattempo ha «disposto un provvedimento di sospensione precauzionale dall’impiego». E’ quanto fa sapere il comando provinciale dei Carabinieri di Firenze, specificando che il provvedimento «è già stato notificato agli interessati». «E’ un grande dolore vedere come basti il comportamento indegno, illegittimo e immorale di un qualche Carabiniere, per oscurare il lavoro che compiono giorno e notte centomila uomini» è quello che il generale Tullio Del Sette, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, ha confidato ai suoi dopo aver appreso delle ammissioni di uno dei due Carabinieri indagati per la violenza shock denunciata a Firenze da due studentesse statunitensi Usa di 19 e 21 anni «È imperdonabile, anzitutto per noi, il grave danno che stanno facendo all’Arma – avrebbe confidato il generale Del Sette -. Questi fatti ci feriscono nel prestigio, gravemente».
In attesa delle indagini Su quanto avvenuto nella notte di mercoledì e giovedì scorso a Firenze, e che vede indagati due carabinieri, accusati di stupro su altrettante ragazze americane, è intervenuto in prima battuta anche il sindaco di Firenze, Dario Nardella. «L’indagine è in corso, non possiamo commentarla nel merito ma se dovessero essere confermati questi fatti sarebbe gravissimo, imperdonabile – ha sottolineato Nardella -. Credo che nessuno possa essere degno nel compiere atti del genere della divisa dell’arma dei Carabinieri, verso la quale io esprimo tutta la fiducia. Credo anche che Firenze non possa essere rappresentata da questo», ovvero da quanto avvenuto nell’episodio denunciato di stupro da parte di due studentesse americane, «perché Firenze è una città internazionale. Noi abbiamo qui sessantotto università straniere, abbiamo diecimila studenti di ogni nazionalità, in particolar modo americani che vengono a studiare e a vivere nella nostra città. Siamo una città accogliente, sicura se guardiamo le statistiche rispetto ad altre grandi città italiane. Il raffronto con le città americane è ancora migliore ma è chiaro che casi del genere non possono essere passati come fatti marginali, perché sono gravissimi». «Ripeto, aspettiamo che le indagini si concludano per poter dare un giudizio definitivo ma quello che mi sento di dire, a nome di tutti i fiorentini, è che per un fatto così grave, così esecrabile, così odioso, ci sono migliaia di esperienze di fiorentini che accolgono, di università aperte, di quartieri attivi, vivaci. Quindi è ingiusto dare un’immagine così negativa della nostra città e della nostra Firenze perché i fiorentini sanno bene che cos’è la legalità, e cos’è l’accoglienza».