Ricorso in Cassazione contro il respingimento del Gip, Ugo Bellini, lo scorso 29 ottobre, alla richiesta di sequestro di 170 milioni a fini di confisca e impeditivo a carico di Jp Morgan (leggi).  E’ quanto presentato dai Pm senesi Antonino Nastasi, Giuseppe Grosso e Aldo Natalini nell’ambito dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps dopo la prima richiesta avanzata dagli stessi magistrati nel giugno 2013.
 
Un profitto ingiustamente conseguito A riferirlo una fonte giudiziaria, precisando che si è preferito andare in Cassazione «per saltum», piuttosto che rivolgersi al Tribunale del Riesame di Siena. I Pm avevano chiesto il sequestro preventivo a fini di confisca di circa 170 milioni ritenendo questa cifra «un profitto ingiustamente conseguito» dalla banca d’affari americana nell’ambito dell’operazione Fresh, un complesso strumento finanziario, che consentì a Mps di reperire parte del capitale necessario per l'acquisizione di Antonveneta. L’ingiusto profitto, secondo i magistrati, sarebbe derivato dal reato contestato di ostacolo alla vigilanza del quale è vittima la Banca d'Italia, per il quale però JP Morgan non risulta indagata.
 
Il parere del Gip Di diverso parere il Gip, secondo cui, riferisce la fonte, «è indubbio il fumus del reato di ostacolo alla vigilanza, ma questo va considerato neutro rispetto al profitto ingenerato che quindi non può essere confiscato come provente di condotta illecita».
 
30 giorni di tempo per la Cassazione Allo stesso modo, secondo i magistrati dovevano essere sequestrati a fini impeditivi i contratti TROR sottoscritti al tempo dell’acquisizione di Antonveneta dalla Fondazione Mps «così da bloccarli e impedire la prosecuzione di quella che è ritenuta una condotta illecita perchè riveniente dal reato ipotizzato di ostacolo alla vigilanza». Anche in questo caso, però, il giudice ha respinto la richiesta. La Cassazione ha adesso 30 giorni di tempo per pronunciarsi ma il termine non è perentorio.

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