Inchiesta, licenziamenti, sponsorizzazioni e futuro di Rocca Salimbeni. Nel giorno delle perquisizioni “illustri”(leggi) torna a parlare Fabrizio Viola, ad di Banca Mps, attraverso le pagine di “Famiglia Cristiana”. «Queste cose brutte le abbiamo scoperte noi, le abbiamo tirate fuori noi e le stiamo sistemando noi. Nessuno ci fa favori o lavora al posto nostro – ha detto Viola –. Una volta messe a posto, e lo abbiamo fatto, quelle famose operazioni diventano il problema meno complicato. Tra 6 mesi saranno dimenticate. Il problema vero – dice – è l'organizzazione della banca, la sua capacità di produrre reddito e di finanziarsi» per ripagare i Monti bond.

Analisi attenta del portafoglio finanziario A proposito dell'inchiesta penale in corso, Viola afferma: «Stiamo facendo grandi sforzi per tenere distinta l'attività attuale della banca da tutte le questioni su cui la magistratura farà il suo lavoro di ricerca della verità». E ricorda comunque che «tra le tante cose che abbiamo fatto c’è stato esaminare con attenzione il portafoglio finanziario, che ci è parso subito complicato e di scarso rendimento». L'unica differenza imputabile all' “operazione pulizia” del nuovo management, prosegue, «è che al posto di 1,5 miliardi di Monti bond, come volevamo chiedere all'inizio, ne chiederemo 2, perché mezzo miliardo ci serve per presidiare le operazioni finanziarie che abbiamo denunciato, messo a bilancio e ristrutturato» (leggi).

Niente feeling con Baldassarri Viola si sofferma poi sulla questione dei 106 dirigenti (su 500) licenziati: «Bisogna distinguere. Con uno, Baldassarri, l'ex direttore finanziario, non ho fatto alcuna fatica. Diciamo che non era il mio tipo. Per gli altri 105 è diverso: sono persone che non vanno in pensione ma restano sul mercato del lavoro. Se avessi potuto evitarlo l'avrei evitato». Infine un monito sulla strumentalizzazione politica: «Io ho molto rispetto per la politica. Gradirei che anche la politica avesse lo stesso rispetto per le banche. Se ci sono situazioni strane, bisogna intervenire senza indugio. Sapendo, però, che le banche sono aziende da maneggiare con delicatezza, perché hanno una forte componente umana fatta di dipendenti e clienti, e perché agiscono in base a un fattore decisivo che si chiama fiducia».

Per Mps nessun trasferimento da Siena Un trasferimento della sede del Monte dei Paschi da Siena «è fuori da ogni pensiero» ha precisato nell’intervista Viola. «I legami con Siena sono importanti ma – afferma Viola – devono essere come le radici: dare solidità, non diventare limitazioni». L'ad ricorda quindi che «abbiamo cominciato a rimettere le cose a posto, perché col tempo si erano sedimentati anche legami non del tutto virtuosi, sia per Siena sia per la banca. Un esempio: abbiamo chiuso la sponsorizzazione con la squadra di calcio perché non c'era alcuna proporzione tra la spesa e il ritorno per la banca. Ci costava quanto sponsorizzare le prime tre-quattro del campionato». Dunque alla domanda «davvero non volete andarvene da Siena?», Viola risponde: «La questione della sede riguarda la Fondazione. Oggi come oggi, comunque, un trasferimento e' fuori da ogni pensiero».