La Procura di Siena ha aperto un’inchiesta sull’incendio scoppiato la scorsa notte che ha devastato il capannone agricolo della fattoria di Suvignano distruggendo 700 rotoballe di fieno e 250 quintali di seme d’erba medica e trifoglio e ha posto sotto sequestro l’area interessata dalle fiamme. Sul posto ci sono ancora i Vigilie del Fuoco impegnati nelle operazioni di spegnimento delle fiamme, ed è ancora visibile la colonna di fumo che si alza dal capannone distrutto. Presenti anche i Carabinieri alla ricerca di qualsiasi elemento possa aiutare a comprendere le cause del rogo. Al momento nessuna ipotesi è esclusa, tra cui quella dell’incendio doloso. A dare l’allarme questa notte un cittadino residente in un casolare vicino al luogo dell’incendio.
Ingenti i danni come confermato dal direttore dell’Ente Terre Regionali toscane Marco Locatelli: «La stima complessiva dei danni è di 720 mila euro senza considerare i costi di bonifica e smaltimento dei materiali andati distrutti”. A preoccupare maggiormente è la copertura del tetto in eternit completamente distrutta: «Gli enti competenti daranno le necessarie prescrizioni rispetto alle opere di bonifica che, comunque, immaginiamo essere consistenti» ha detto Locatelli.
L’assessore Bugli: «Rafforziamo nostra azione contro mafie» Nel pomeriggio a Suvignano è arrivato anche l’assessore alla presidenza e alla cultura della legalità Vittorio Bugli per vedere di persona i danni provocati dal rogo: «Guai se questo episodio fosse avvenuto per scopi che cercano di contrastare la nostra lotta contro la mafia, spero non sia così – ha detto – Per noi questo luogo è prezioso, quando succedono cose come questa bisogna correre, verificare; ora le autorità dovranno fare verifiche, dalle prime valutazioni, senza valenza scientifica, ci sono elementi per ritenere sia di origine dolosa ma sarebbe da superficiali esprimersi in questa fase. Non abbassiamo la guardia ma anzi rafforziamo la nostra azione contro le mafie» ha aggiunto Bugli spiegando che «non ci sono stati segnali» che potessero far presagire l’incendio di questa notte. «Solo pochi giorni fa abbiamo inaugurato qui il Sentiero della legalità, è stata una bellissima giornata con segnali incoraggianti nella lotta contro le mafie».
Il sindaco Berni: «Suvignano per noi è rivinciat del territorio» Amareggiato anche il sindaco di Monteroni d’Arbia Gabriele Berni: «C’è amarezza ma anche attenzione a comprendere quali possono essere le cause di questo evento mi auguro di poter escludere delle cause che hanno a che fare con l’essere umano perché Suvignano rappresenta per noi una rivincita del territorio». Le fiamme hanno bruciato il tetto in eternit della struttura e per questo «ci siamo attivati fin da subito per segnalare la cosa ad Arpat e Asl con cui siamo in contatto stretto» ha detto il sindaco. «Le coperture andate a fuoco potrebbero aver prodotto dei danni sul territorio, mi auguro di no» ha aggiunto Berni spiegando che questa mattina «abbiamo avvisato la cittadinanza solo a livello di precauzione perché sono esclusi rischi per la salute vista la distanza del rogo dai centri abitati».
Arci e Libera Toscana: «Non abbassare la guardia» «Esprimiamo grande rincrescimento per il terribile incendio che questa notte ha colpito la tenuta di Suvignano, bruciando 700 rotoballe di fieno e 250 quintali di seme di erba medica e trifoglio, oltre che una macchina operatrice, un rimorchio e un pick-up, fino a prospettare un danno dalle dimensioni davvero preoccupanti. In questo momento riteniamo sia fondamentale affidarsi alle indagini – la Procura di Siena ha aperto un’inchiesta in merito – così da poter accertare rapidamente le cause dell’incendio». Così in una nota congiunta Arci Toscana e Libera Toscana. «Come abbiamo sempre sostenuto non possiamo lasciarsi prendere dall’irrazionalità, ma neppure abbassare la guardia. Suvignano è un simbolo importantissimo per la lotta alla criminalità organizzata, sia perché è l’immagine tangibile della vulnerabilità del nostro territorio, una vulnerabilità che ci deve spronare a tenere sempre gli occhi ben aperti, sia perché è anche l’emblema concreto di come la collaborazione fra associazioni, società civile e istituzioni possa raggiungere obiettivi cruciali e persistenti attraverso la rigenerazione e il riutilizzo dei beni confiscati. Noi continueremo nel nostro lavoro di lotta alle mafie e di educazione alla legalità indipendentemente dalle cause di questo incendio, auspicando però di conoscere il prima possibile ciò che è effettivamente accaduto questa notte a Suvignano».
La tenuta La tenuta, circa 700 ettari nei comuni di Monteroni d’Arbia e Murlo in provincia di Siena, è stata confiscata alla mafia e dal 2019 è gestita dalla Regione (attraverso Ente Terre) e diventata il simbolo dei beni in Toscana strappati alla criminalità organizzata e tornati a disposizione della collettività. Lo scorso 29 luglio, in occasione dei festeggiamenti dei due anni dal suo ritorno nella disponibilità dei cittadini, ha inaugurato il ‘Percorso della legalità’, un vero e proprio sentiero, all’interno della proprietà, che racconta quello che sul fronte della cultura della legalità e dell’antimafia ha fatto e fa la Regione, le iniziative con i giovani sui campi strappati alla criminalità organizzata (prima in Sicilia e Calabria ed oggi in Toscana), la storia della tenuta e la sua rinascita anche da un punto di vista aziendale, con le sue culture, i suoi allevamenti e gli alloggi affittati ai turisti.