InCanto, la rassegna del canto di tradizione orale e di nuova espressività, si chiude con un evento speciale: nel cortile di Villa San Lorenzo a Sesto Fiorentino torna Ascanio Celestini, artista che in questi anni ha saputo narrare il passato e il presente, la memoria, l’affabulazione, l’impegno politico. All’Istituto de Martino l’artista romano presenta lo spettacolo “Racconti d’estate. Fiabe per bambini che volevano essere cattivi” e lo spiega così: «Spesso nelle barzellette accade ciò che vediamo nelle vecchie comiche: ridiamo per l’uomo grasso che scivola sulla buccia di banana, ma se quell’uomo siamo noi non ci troviamo niente da ridere. Allora ho pensato di recuperare alcuni racconti che ho scritto in questi anni e scriverne altri nuovi nei quali ci troviamo davanti ad un meccanismo simile a quello delle storielle. Ma a differenza di esse in queste mie storie c’è qualcosa che si inceppa».
Uno spettacolo diverso ogni sera L’attore e autore sale sul palco accompagnato da un microfono e poche luci; a seconda del posto e del clima che si respira in sala può scegliere di seguire una scaletta diversa da quella presentata la sera precedente. Una musica registrata, la voce registrata di un notabile della politica o dell’economia possono interrompere il flusso delle parole, ma alla fine lo spettatore si troverà a fare uno degli esercizi più naturali dell’essere umano: immaginare, ovvero vedere le immagini evocate dalle parole altrui, ma generate nella propria testa. Così funzionano le storie, dalla fiaba alla barzelletta, dalla poesia al romanzo. In particolare queste sono storie che fanno ridere e arrabbiare, ma sempre col dubbio che la causa del riso e della rabbia non sia qualcun altro, ma noi stessi.