L’inaugurazione di un’opera dell’artista italoalbanese Helidon Xhixha, avvenuta questa mattina in piazza San Firenze a Firenze si è trasformata in una polemica rovente e non certamente per le alte temperature che in questi giorni toccano anche il capoluogo di regione. Gli ambulanti che da anni occupano la piazza dove sorgeva il vecchio Tribunale hanno ricevuto nelle ultime ore la notizia della sentenza del Tar della vittoria del ricorso da loro mosso contro un’ordinanza che Palazzo Vecchio gli avrebbe mosso non in maniera corretta per farli spostare sui lungarni proprio per fare spazio all’opera di Xhixha.
Una sentenza arrivata con il Tribunale amministrativo regionale che si è riunito di domenica sera, in una giornata che secondo Dario Nardella è alquanto sospetto. «I bancarellai non vogliono andare via da piazza San Firenze eppure da un anno abbiamo avviato tutte le procedure, vi sono stati molti incontri, abbiamo tutti gli atti: l’autorizzazione della Soprintendenza sulla base della nuova norma che dà il diritto all’amministrazione della città di spostare le bancarelle, abbiamo approvato una delibera, questa delibera è legata ad un’ordinanza che è stata notificata ai bancarellai ai quali non si sono accontentati ed hanno fatto ricorso per l’ennesima sospensiva. Il Tar si è riunito domenica pomeriggio, abbiamo gli atti, ha dato una sospensiva urgente dicendo che la delibera alla quale si riferisce l’ordinanza di spostamento non è pubblicata. Invece, la delibera era pubblicata da venerdì pomeriggio. Io credo che su questo occorra davvero riflettere perchè noi pensiamo che la città sia di tutti, e non solo di qualcuno; che la cultura sia un’interesse pubblico, abbiamo dato soluzioni sulla base delle leggi e delle regole, abbiamo fatto gli atti come dovevano essere fatti, ma nonostante tutto questo, per l’ennesima volta, il tribunale amministrativo ci blocca, stiamo già predisponendo in queste ore altri atti per consentire che questa mostra si svolga e che le bancarelle siano definitivamente spostate da piazza San Firenze».
Continua insomma il ‘botta e risposta’ che già aveva caratterizzato in altri casi nei mesi scorsi, fra Palazzo Vecchio ed il Tar. «Io non faccio commenti sull’operato del Tar, non critico per principio l’amministrazione della giustizia, in particolare la giustizia amministrativa, mi limito ad esporre i fatti – ha aggiunto Nardella -. I fatti sono che noi abbiamo approvato una delibera il 13 di giugno dopo aver avuto l’ok della Soprintendenza, dopo aver fatto riunioni con tanto di verbali, dopo aver avviato la procedura da più di un anno. Dopodiché abbiamo inviato l’ordinanza, l’l’abbiamo perfino notificata, quindi nessuno può dire che non ha ricevuto l’ordinanza di spostamento, l’ordinanza fa riferimento alla delibera. Il Tar si riunisce la domenica per dire che l’ordinanza non era pubblicata, ed invece abbiamo controllato e la delibera era pubblicata. Le domande quindi non le dovete fare a noi».
«Firenze, come l’Italia, subisce la logica del ‘no’, la logica dei veti – ha concluso il sindaco -. Noi riteniamo di essere parte lesa. Firenze è parte lesa in questa vicenda perchè più che rispettare le regole, più che lavorare un anno, informare tutti, noi non possiamo fare. Però siamo fiduciosi nella giustizia sempre e comunque, e come già successo altre volte pensiamo di avere ragione anche questa volta».
Una battuta al vetriolo sulla decisione del Tar favorevole ai bancarellai di Piazza San Firenze è arrivata invece dal direttore degli Uffizi, Eike Schmidt. «Trovo un aspetto molto positivo il fatto che il Tar ora trova il tempo di riunirsi anche nel fine settimana, addirittura di domenica sera – ha evidenziato Schmidt -. Questo è un segnale molto positivo. La gente non lavora più da lunedì mattina a venerdì pomeriggio ma anche nel fine settimana. Questo è un segnale eccellente».