«Sulla partonalagesia all’ospedale della Gruccia avevo preso l’impegno in Consiglio Comunale di monitorare il progetto sulle tempistiche di realizzazione attraverso la Conferenza dei sindaci. In questi mesi, ho ricevuto continue rassicurazioni dalla dirigenza Asl che l’avvio del servizio, a giugno, era un obiettivo primario. La tecnica del parto indolore eleverebbe il livello qualitativo dei servizi nel nostro Ospedale e potrebbe diventare attrattivo anche per le donne che provengono da altre realtà territoriali, ricordando che la pratica è presente da circa 10 anni gratuitamente nel presidio San Donato di Arezzo. A mezzo stampa, invece, veniamo a sapere che non c’è alcuna certezza di attuazione dell’epidurale in Valdarno, contrariamente a quanto sostenuto, rappresentando un modus operandi della Asl preoccupante anche per la situazione che investe la sanità alle prese con la salvaguardia di ospedali, reparti e servizi sul territorio».

Si affida ad un comunicato stampa la rabbia del primo cittadino di Montevarchi, Silvia Chiassai, appena venuta a conoscenza della mancata attivazione della partoanalgesia all’Ospedale della Gruccia. Un episodio che rimanda allo scorso aprile quanto proprio il sindaco si era fatto carico di organizzare un incontro pubblico proprio sul tema della programmazione dei servizi sanitari, in particolare nei centri lontani dal capoluogo fiorentino. E mentre il sindaco di Volterra, Marco Buselli, per difendere il suo ospedale è costretto a salire sulla torre di Palazzo dei priori, Chiassai attacca duramente la Asl e la Regione Toscana.

«Si conferma l’inaffidabilità della Asl, condita dal silenzio della Regione – continua -, nei confronti dei cittadini e i loro sindaci. L’impegno sulla realizzazione di un progetto deve essere dato coi fatti e non con le parole al vento. Ciò rappresenta un fatto grave perché vengono cambiate continuamente la carte in tavola, giocando sulla salute dei cittadini. I conti non tornano sugli anestesisti in Valdarno: il direttore del Presidio ospedaliero della Gruccia, dott. Gialli, alcuni mesi fa, mi informava dell’approvazione di una graduatoria per sostituire, entro giugno, tre anestesisti in pensionamento con un quarto da impiegare alla pratica della partonalgesia. Tra l’altro, mi risulta che questi anestesisti sarebbero arrivati in Valdarno per andarsene via subito, essendo entrati a tempo indeterminato da altre parti e confermando la non appetibilità del nostro territorio e delle nostre strutture che non danno neppure sufficienti garanzie occupazionali. Al di là di proclami e di rassicurazioni, le mie perplessità sui numeri hanno trovato l’ennesima conferma: dal mese di ottobre ci saranno di 11 anestesisti in carica alla Gruccia, quando servirebbero 18 unità, per coprire un servizio di partoanalgesia da instaurare con doppia guardia, anche in turno notturno e festivo, h24, che dovrebbe garantire: un rianimatore nel reparto di terapia intensiva e un anestesista nel blocco parto. Sono dati che già attestano l’impossibilità di attuare il parto indolore garantendo sia la sicurezza che la continuità del servizio. L’epidurale rappresenta la punta dell’iceberg di una grande criticità sul reclutamento di anestesisti che riguarda tutta l’area vasta Toscana Sud- Est, anche per le sedute operatorie ordinarie, con il rischio di ripercussioni drammatiche sulle liste di attesa. Il nostro Ospedale del Valdarno rischia così di farne pesantemente le spese per una condizione di struttura ospedaliera periferica, senza un’adeguata classificazione, con il pericolo di depotenziamento dei servizi distribuiti su un territorio omogeneo, ma diviso in due Asl differenti. A questo proposito, presenterò uno specifico ordine del giorno in sede di Conferenza dei sindaci  sulla questione delle criticità riscontrate sulla carenza di anestesisti. Scriverò nuovamente all’assessore regionale alla Sanità, Stefania Saccardi, con la speranza che stavolta non ignori e risponda al sindaco di Montevarchi, il secondo comune della provincia di Arezzo per numero di abitanti, sapendo che con la sua indifferenza non sta mancando di rispetto a me, ma ai cittadini del Valdarno e alle donne alle quali era stato promesso l’attivazione di un servizio che al momento rimane solo sulla carta dei buoni propositi».