La scuola più bella del mondo? E’ a San Quirico d’Orcia almeno a giudicare dalle scene che da stasera saranno proiettate nelle sale dei cinema di tutta Italia. “La scuola più bella del mondo” è il nuovo film di Luca Miniero con, tra gli altri, Christian De Sica e Rocco Papaleo.
Ciak in Valdorcia Alcune scene, infatti, sono state girate questa estate proprio in Valdorcia tra San Quirico , Bagno Vignoni e Radicofani e alla prima romana ieri sera alla multisala Barberini erano invitati i sindaci di San Quirico d’Orcia Valeria Agnelli, e di Radicofani, Francesco Fabbrizzi, che all’uscita dalla prioezione si sono detti «entusiasti» di come è rappresentata la Valdorcia.
«Ottima promozione per il territorio» «Questo film è un ottima promozione per le bellezze del nostro territorio – spiega Valeria Agnelli- e sono molto soddisfatta perchè il film è ambientato in una scuola e alcune scene sono state girate proprio in quella di San Quirico d’Orcia. E poi per gran parte dell’estate abbiamo avuto il cast nel nostro territorio e abbiamo avuto modo di mostrare ad attori del calibro di De Sica, Papaleo, l’ex miss Italia Miriam Leone e Angela Finocchiaro le nostre bellezze. E loro hanno apprezzato moltissimo».
«De Sica? Ghiotto di hamburger di chianina» In particolare sono stati molto apprezzati dal cast i sapori valdorciani come spiega Jacopo Sani, presidente della Pro Loco di Bagno Vignoni e uno dei titolari del ristorante “Il Loggiato”. «Il cast ha girato vicino al Loggiato di Santa Caterina e nei dintorni di Bagno Vignoni nel mese di luglio e fino al 10 agosto e quando sono andati via ho scritto una lettera per ringraziarli per come si sono integrati con il nostro piccolo paese e con i cittadini e per l’educazione e il rispetto con cui si sono avvicinati al nostro territorio. Tutti i giorni erano a pranzo e cena da noi ed hanno assaggato i piatti tipici che proponevamo: dalla scottiglia, alla trippa ai fegatelli. Ma più di tutti erano ghiottissimi di hamburger di chianina, tanto che De Sica ne mangiava due alla volta». E poi le chiacchiere con gli esercenti e le serate ad assistere ai concerti al Barrino. «Si sono dimostrati gente senza troppe arie – conclude Sani – e molto disponibili».