“Giudizio positivo sulle strategie della Regione Toscana, che ha fatto scelte importanti e condivise. Ma i dati negativi degli ultimi due anni mettono in evidenza la necessità di nuove politiche per l’impresa, per la gestione del territorio e l’innovazione, anche attraverso processi di  semplificazione”. Lo ha sottolineato Marco Failoni, della presidenza della Cia Toscana, in occasione della presentazione, di oggi a Firenze, del XII Rapporto sull’Economia e politiche rurali in Toscana. La Cia regionale ha apprezzato il lavoro svolto dalla Regione, Arsia e Irpet che in un contesto di ombre per l’agricoltura toscana dell’ultimo biennio, dovuto alla crisi economica ancora in corso, presenta anche un decennio 2000-2010 di sostanziale crescita del comparto.


Un settore in crisi – “L’agricoltura toscana – ha affermato Failoni – risente forse più di altre dei problemi di competitività del settore, per ragioni strutturali sia a livello territoriale che imprenditoriale. Un settore che per unanime riconoscimento è stata in questi anni considerata un esempio virtuoso per la qualità delle produzioni e del territorio, all’avanguardia nell’affrontare la sfida della sostenibilità, con un ruolo guida sul tema della multifunzionalità, vive oggi una pesante e preoccupante crisi”. Tutti i principali settori produttivi sono in ginocchio – afferma la Cia Toscana -: drammatica risulta la crisi della zootecnia; la perdita di redditività del settore cerealicolo rischia di indurre gran parte dei produttori toscani a rinunciare alle prossime semine; si assiste ad un verticale crollo dei prezzi del vino e dell’olio; in grave crisi continua ad essere il settore floricolo. “L’agricoltura toscana – ha detto Marco Failoni – ha bisogno di una svolta, in grado di tradurre i suoi punti di forza in fattori di competitività. Questo salto di qualità implica da un lato una nuova capacità progettuale ed organizzativa del sistema delle imprese, puntando sull’aggregazione e su strategie di filiera che si coniughino con la valorizzazione del territorio e delle sue tipicità; dall’altro lato occorre una decisa opzione strategica della politica regionale e territoriale in direzione dell’impresa e della competitività del sistema agricolo e rurale toscano”. L’alternativa – secondo la Cia – non è tra agricoltura competitiva e conservazione di un “fantomatico” modello di agricoltura tradizionale.


Il rilancio dell’agricoltura – “L’alternativa – ha aggiunto Failoni – è tra rilancio dell’agricoltura, che deve necessariamente basarsi sul reddito e la competitività, e il suo abbandono, che apre le porte all’espansione della rendita e della speculazione”. La Cia Toscana anticipa le sfide della prossima Legislatura, per scongiurare la marginalizzazione dell’agricoltura, che avrebbe conseguenze devastanti sull’intero sistema socio-economico del territorio. La Toscana – conclude la Cia regionale – deve puntare in maniera più decisa e coerente su un’agricoltura competitiva, sostenendo attivamente il sistema delle imprese e liberandone le potenzialità di sviluppo, di innovazione, di reddito.


Firenze