Diecimila tonnellate di pesce pescato ogni anno nei mari della Toscana. E il 20 per cento è pesce “dimenticato”, quelle specie, cioè, poco conosciute dai consumatori e quindi difficili da piazzare sul mercato.

Le specie dimenticate Questo pesce (razza, sugarello, potassolo, muggine, sciabola, acciuga, sardina, palamita, moscardino) di più difficile commercializzazione, ma assolutamente  valido  dal punto di vista alimentare, nutrizionale e del gusto, è oggi considerato uno scarto, mentre  le specie più richieste dal mercato sono oggetto di una pressione che genera problemi all’ecosistema e minaccia la riproduzione naturale. A livello Ue la nuova Politica Comune della Pesca, di cui è prevista l’entrata in vigore nel  2012, prevede il divieto di rigettare in mare gli scarti del pescato e  l’obbligo di riportarli a terra esclusivamente per la trasformazione in farine di pesce o per alimenti per animali. Delle oltre 700 specie marine commestibili, solo il 10 per cento è oggi effettivamente commercializzato su larga scala.

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