Foto pagina Facebook Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze

FIRENZE – “Lavoriamo su almeno 55 casi, dei quali 14 sono considerati risolti o parzialmente risolti. Il numero di tavoli è aumentato, non tanto per la pandemia, ma soprattutto per una scelta fatta ad inizio legislatura, quella di accompagnare il lavoro della Regione come governo delle emergenze con un lavoro orientato alla prevenzione. Si sono attivati dunque non solo tavoli di crisi ma anche di monitoraggio”.

In Toscana la crisi si fa sentire e, tra vertenze vecchie e nuove, la Regione è al lavoro su più fronti per dare risposte, principalmente ai lavoratori. A fare il punto è stato Valerio Fabiani consulente per il lavoro del presidente della Toscana Eugenio Giani, intervenuto ieri in commissione sviluppo economico del Consiglio regionale.

Fabiani ha poi spiegato che tra i 14 casi risolti definitivamente o parzialmente c’è la Falegnami di Castelfiorentino (Firenze) mentre tra i “casi in transizione” c’è la vertenza ex Gkn, “non chiusa – dice – perché i lavoratori non sono ancora sul posto di lavoro” ma “non possiamo nemmeno dire che non ci siano proprietà, prospettiva e programmazione”. “Nella casistica della transizione occupazionale – continua – ci sono aziende come Giga Grandi Cucine di Scandicci (Firenze) dove non c’è ancora nuova proprietà, ma ci sono manifestazioni di interesse”. Per il cementificio di Greve in Chianti, ha detto Fabiani, “c’è una multinazionale italiana che ha deciso di chiudere il sito produttivo, c’è stato un negoziato con la proprietà e siamo riusciti ad impegnarla ad aprire il sito a nuove possibili soluzioni industriali con un piano di fattibilità, le prime imprese hanno già fatto sopralluoghi”. Riguardo alle crisi aperte Fabiani ha fatto presente che sono aumentate nelle ultime settimane. “Se non si interviene sul costo dell’energia – ha detto – ma anche su come ricostruiamo una filiera manifatturiera all’avanguardia dal punto di vista tecnologico per approvvigionare le nostre aziende di una serie di componenti che ormai venivano reperite in uno o due Paesi del pianeta in Asia, ci sono molte aziende che rischiano grosso”, tra cui quelle della camperistica che “scoppia di ordini”, ma “si deve fermare per la mancanza dei componenti”.