Sono 14 i Comuni toscani che il  21 e 22 aprile chiameranno alle urne i cittadini per pronunciarsi, tramite un referendum consultivo, sulla fusione del proprio Comune (scarica l'elenco).

La mappa Si tratta di Figline Valdarno e Incisa in Val d’Arno; Fabbriche di Vallico e Vergemoli; Castelfranco di Sopra e Pian di Scò; Marciana, Marciana Marina, Campo nell’Elba, Capoliveri, Portoferraio, Porto Azzurro, Rio nell’Elba e Rio Marina, comuni la cui popolazione è pari complessivamente a 66.255 unità. Un panorama che rappresenta una significativa eccezione rispetto al quadro nazionale, se si pensa che in Italia, dal 1990 ad oggi, sono state solo 9 le fusioni di Comuni e nessuna sopra i 15000 abitanti. 

I vantaggi Se i cittadini chiamati alle urne per il referendum daranno parere favorevole, nella primavera del 2014 saranno eletti 4 nuovi sindaci al posto dei 14 attuali. Si avrà inoltre una riduzione dei consigli comunali e un assottigliamento delle giunte: i consiglieri comunali diminuiranno di 130 unità e gli assessori di 50 con un risparmio complessivo di oltre 500.000 euro l’anno. A questo si andranno ad aggiungere ulteriori risparmi derivanti dall’abbattimento dei costi di funzionamento generale grazie alla razionalizzazione delle sedi, degli uffici, del personale. Inoltre ai nuovi Comuni risultanti da fusione, secondo l’art. 64 della legge regionale 68/2011, andrà un contributo regionale fissato ad un massimo di 600.000 euro spalmati in 5 anni, oltre ad un contributo statale decennale. Il Comune unico è esente per 3 anni dal patto di stabilità che attualmente impedisce di spendere le risorse disponibili, fare investimenti, pagare i fornitori.

Figline e Incisa apripista I primi ad intraprendere la strada del Comune unico in Toscana sono stati i Comuni di Figline Valdarno e Incisa in Val d’Arno che, in caso di esito positivo del referendum, daranno vita ad un solo comune di 24.000 abitanti che si chiamerà "Figline e Incisa Valdarno". «Alle nostre spalle ci sono pochissime esperienze di fusione di Comuni, nessuna di queste in Toscana  – spiegano il sindaco di Figline Valdarno, Riccardo Nocentini e quello di Incisa, Fabrizio Giovannoni –ma questo ci dà una forza ancora maggiore perché siamo convinti che si tratti di una vera sfida per la riforma delle autonomie locali, una sfida verso la semplificazione amministrativa e verso la nascita di una nuova comunità. Fino ad oggi fondere i Comuni è stato un tabù ma adesso qualcosa è cambiato e speriamo che Figline e Incisa possano aprire la strada per tanti altri progetti simili".

Verso nuove fusioni? Infine, la strada delle fusioni in Toscana non si limita ai 14 Comuni chiamati al referendum consultivo: sono, infatti, 20 i Comuni che devono ancora richiedere o avere il parere regionale in merito alla fusione (scarica l'elenco). Si tratta di Scarperia e San Piero a Sieve (FI); Montemignaio e Castel San Niccolò (AR); Crespina e Lorenzana (PI); Gaiole in Chianti e Radda in Chianti (SI); Sillano e Giuncugnano (LU); Aulla e Podenzana (MS); Abetone, Cutigliano, Piteglio e San Marcello Pistoiese (PT); Vaiano-Cantagallo (PO), Campiglia-Suvereto (LI). Ultimi in ordine di tempo i Comuni di Casciana Terme e Lari, in provincia di Pisa, che per domani hanno convocato una conferenza stampa (ore 10 – Salone delle Terme a Casciana) durante la quale i due primi cittadini Giorgio Vannozzi e Mirko Terreni illustreranno il documento politico di indirizzo per avviare lA richiesta di referendum per la fusione.