Crescita zero per l’export toscano a metà 2016: secondo l’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, che ha elaborato i dati Istat, i flussi si attestano sugli stessi valori registrati nel periodo gennaio-giugno 2015 (14,7 miliardi di euro, al netto dei metalli preziosi), dopo il +6,5% del primo trimestre. L’export toscano cresce sia verso il continente europeo (+4,6%) che verso l’area nord-americana (+5,7%), mentre arretra nelle restanti aree geo-economiche (Asia -5,5%). In crescita sono meccanica strumentale (+12,5%), agro-alimentare (+5,7%) chimica-gomma-plastica (+4,7%), tessile-abbigliamento (+2,7%) e calzature (+2,1%). Dinamiche negative interessano la nautica (-32,3%), la concia-pelletteria (-7,1%) e la gioielleria-oreficeria (-5,9%), oltre alla lavorazione dei metalli (6,5%).
Il commento: la Brexit incide «Le incertezze presenti sullo scenario internazionale – soprattutto nelle aree emergenti, quelle cioè la cui domanda è stata maggiormente dinamica nel corso degli ultimi anni – incidono in maniera profonda sul risultato di inizio anno», spiega la nota di Unioncamere Toscana. «È tuttavia certo che, anche in prospettiva, il quadro dell’economia mondiale presenta molte incognite, cui la Brexit ne ha aggiunte di nuove – commenta il presidente Andrea Sereni -. L’impatto dell’uscita del Regno Unito dal mercato comunitario si farà tuttavia sentire sull’export regionale soprattutto tra uno
o due anni, quando presumibilmente saranno ridefiniti gli accordi che regolano le relazioni commerciali tra il Paese e l’Unione Europea. Non dimentichiamo che si tratta di un mercato che pesa per circa il 10% su molti settori tradizionali della nostra economia, fra cui l’industria alimentare, l’abbigliamento, le calzature ed il legno. Ma ancor più dell’effetto diretto preoccupa la valenza strategica della Brexit – conclude Sereni -, che ha messo in discussione l’intero progetto europeo, rendendo inderogabile un’attenta riflessione sul futuro dell’Europa dalla quale nessun soggetto politico può sottrarsi».