Si trova in prognosi riservata il trentenne di Livorno che si è tagliato il pene nelle prime ore della mattina di domenica. Un gesto incredibile ma non la prima volta per questo giovane che gia in passato aveva tentato di evirarsi salvo poi essere fermato in tempo dai sanitari che lo avevano soccorso. La causa scatenante è stata la sua sieropositività: ai soccorritori il trentenne ha raccontato che il suo pene era «colpevole» della sua presunta malattia. L’evirazione per lui è stata come una «liberazione – ha proseguito – Ce l’ho fatta, adesso sono contento», sono state le prime parole rivolte ai volontari della Misericordia che l’hanno raggiunto nel parco di via Terreni.
L’accaduto Stando alle prime ricostruzioni, il trentenne si è recato nel piccolo parco, non lontano dell’ospedale di viale Alfieri a Livorno. Ha acceso un fuoco, forse per sterilizzare la lama, e poi ha tirato fuori tutto l’occorrente per tagliarsi i genitali: un coltello, ma anche bende e ghiaccio per tamponare l’emorragia. Dopo l’evirazione, l’uomo ha allertato il 118 che ha inviato sul posto un’ambulanza. Ai sanitari che gli hanno chiesto dove fosse finito il membro amputato, l’uomo ha risposto di averlo gettato via, oltre il muro di un condominio. Il pene però non è stato trovato e quindi, in ospedale, non è stato possibile reimpiantarlo. Il giovane è stato sottoposto ad un primo urgente intervento chirurgico, perfettamente riuscito, mirato a bloccare un’emorragia che poteva anche costargli la vita. Adesso il trentenne si trova in prognosi riservata per ragioni precauzionali ma davanti a lui c’è un percorso in cui dovrà nuovamente tornare sotto i ferri, questa volta per operazioni di ricostruzione in base all’effettivo grado di amputazione.