Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, ex presidente ed ex ad di Mps, sono stati condannati a sei anni di reclusione in un filone dell’indagine sulla banca senese legato ai derivati Alexandria e Santorini. E’ la sentenza del Tribunale di Milano emessa dai giudici della seconda sezione penale, presieduti da Flores Tanga, affiancata da Sandro Saba e Roberto Crepaldi. Nel filone dell’indagine sulla banca senese, anch’essa imputata, la Procura aveva già chiesto al Gip l’archiviazione, poi respinta, e, a giugno, in dibattimento, aveva rinnovato la proposta di assoluzione.
Responsabili di false comunicazioni e aggiotaggio Oltre alla reclusione, Viola e Profumo sono stati anche condannati a una multa di 2,5 milioni di euro ciascuno. Il Tribunale li ha ritenuti responsabili dei capi di imputazione B e C, e cioè per false comunicazioni sociali relative alla semestrale del 2015 e per aggiotaggio. Riguardo invece ai bilanci del 2013 e del 2014 sono stati assolti con la formula perchè il fatto non sussiste in quanto non sono state superate le soglie di punibilità, Mentre peri fatti che riguardano i bilanci del 2012 il reato è stato riqualificato (2622 cc) ed è quindi stata dichiarata la prescrizione. La banca invece è stata condannata a una sanzione di 800mila euro mentre per Paolo Salvadori, allora presidente del collegio sindacale, la pena è di 3 anni e 6 mesi.
Il legale: «Sentenza sbagliata» «Leggeremo con attenzione le motivazioni e senz’altro presenteremo appello contro una sentenza che consideriamo sbagliata. Abbiamo sempre creduto nel corretto operato dei nostri assistiti». Così l’avvocato Adriano Raffaelli, uno dei difensori di Profumo e Viola.
La vicenda Profumo e Fabrizio Viola, rispettivamente presidente e amministratore delegato di banca Mps dal 2012 al 2015, e Salvadori erano accusati di aggiotaggio e falso in bilancio in relazione ai derivati Santorini ed Alexandria, con riferimento a contabilizzazioni “non corrette” nei bilanci dal 2011 al 2014. Un’esperienza, quella in Mps, che Profumo e Viola da tempo si erano lasciati alle spalle ricoprendo altri ruoli. Profumo è oggi amministratore delegato di Leonardo, l’ex Finmeccanica, mentre Viola è stato commissario delle banche venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca finite nell’estate 2017 in liquidazione coatta amministrativa.
Sindaco di Siena: 《Sentenza che chiarisce comportamenti》《È una sentenza che chiarisce i comportamenti degli ex amministratori del Monte dei Paschi. Così il sindaco di Siena Luigi De Mossi commenta la sentenza del Tribunale di Milano.《Con questa decisione è stata in qualche modo confermata l’altra sentenza di primo grado che ha condannato i vecchi vertici del Monte》ha aggiunto il sindaco in riferimento alla condanna del novembre 2019 per gli ex vertici Mussari, Vigni e Baldassarri per le operazioni legate all’acquisizione di Antonveneta.《Con ciò, da un punto di vista storico, è oggi evidente che la banca Monte dei Paschi è stata oggetto di condotte che l’hanno ridotta allo stato attuale》.prosegue De Mossi.《L’ultima beffa sarebbe che non venisse riconosciuto il danno di 3 miliardi e 800milioni di euro che la città di Siena merita anche alla luce delle sentenze di primo grado emesse dal Gup e dal tribunale di Milano. Risarcimento reclamato in tempi non sospetti dall’amministrazione comunale di Siena nel silenzio assordante di tutte le altre istituzioni》conclude De Mossi in riferimento alla richiesta di risarcimento danni avanzata dalla Fondazione Mps nei confronti della banca senese.