Due giorni alla scoperta dei tesori noti e meno noti custoditi nel cuore delle Crete Senesi. Il 24 e 25 marzo  tornano le Giornate FAI di Primavera alla riscoperta del patrimonio d’arte e natura italiano. Per l’edizione 2018 la delegazione di Siena ha scelto di far conoscere la bellezza di Asciano con l’evento “Arte e paesaggio. Un itinerario tra le crete senesi”. In programma la visita ad Asciano, Chiusure e Montalceto dove sarà possibile visitare, oltre ai luoghi abitualmente aperti, come la Basilica di Sant’Agata, la chiesa di Sant’Agostino, la Pieve SS. Fabiano e Sebastiano e i Musei  “Civico e Archeologico e d’Arte Sacra di Palazzo Corboli” e  “Cassioli e l’arte senese dell’Ottocento”, alcuni siti abitualmente poco accessibili e sconosciuti, come la Casa del mosaico romano, l’Antica Farmacia Francini Naldi, la Pieve di Sant’Ippolito e la chiesa di San Francesco. Altra chicca delle Giornate FAI di Primavera è una mostra dedicata all’arte senese dell’Ottocento dal titolo “Amos Cassioli e gli amici puristi”, allestita al Museo Cassioli, e inoltre a Chiusure sarà presentata la tela restaurata del pittore senese Bartolomeo Neroni detto il Riccio raffigurante “Madonna col Bambino e i santi Benedetto e Michele Arcangelo”.

Il Sindaco Bonari: «Obiettivo portare il visitatore dentro le Crete Senesi» «Per noi è un onore essere stati scelti per rappresentare queste giornata – dichiara il sindaco di Asciano Paolo Bonari – Questa iniziativa metterà in mostra ciò che Asciano può offrire, ciò che è noto e ciò che è meno noto. L’obiettivo, che è anche quello che si è posto l’amministrazione comunale, prevede di passare da un sistema in cui cultura e turismo sono fruite con brochure a un sistema esperienziale per portare il visitatore dentro le Crete senesi».

Capresi (Fai Siena): «Conoscere e valorizzare il territorio» «Il nostro compito – ha aggiunto Donatella Capresi, capo delegazione Fai di Siena – è quello di far conoscere e valorizzare il nostro territorio. Ad Asciano non ci siamo limitati alle aperture straordinarie ma a realizzare iniziative che si protraggono nel tempo come la mostra dedicata a Amos Cassioli in modo che resti evidente l’impegno di una comunità che vuole promuovere e valorizzare i propri tesori».

COSA VEDERE

Casa del Mosaico romano  Grazie alla Famiglia de Munari, noti farmacisti di Asciano, sarà possibile visitare due luoghi incredibili e affascinanti: la Casa del Mosaico Romano e la Farmacia Francini Naldi. La Casa del Mosaico custodisce un importantissimo pavimento in mosaico policromo del II sec. d.C. considerato parte di un’antica villa rurale romana, probabilmente dotata anche di terme. Scoperto nel 1899, lo scavo mise in luce un grande pavimento di forma rettangolare diviso in due spazi da distinte decorazioni musive: nel vano principale è visibile una decorazione sontuosa e severa formata da grandi rosoni quadrilobati con fogliami mentre l’altro vano, più piccolo, è decorato da motivi geometrici e da nodi di Salomone.

L’antica Farmacia Francini Naldi, fondata nel 1795, appartiene da dieci generazioni alla stessa famiglia (, raro esempio di una passione che si è tramandata tra fratelli, figli, cugini e nipoti ultimo dei quali Giovanni de Munari, attuale direttore e proprietario. La Farmacia conserva ancora oggi gli arredi originali realizzati dai Baroni, noti artisti ascianesi, in stile impero con mobili lucidati a lacca e decorati in oro nelle parti ornamentali. Negli scaffali sono ancora conservati gli antichi vasi da farmacia. Grazie ad un attento restauro risalente al 1830 e alla successiva manutenzione la farmacia è oggi in perfetto stato di conservazione.

Pieve di Sant’Ippolito E’ questa la più antica chiesa di Asciano e conserva nel suo interno un unico altare sormontato da una nicchia centinata decorata con un importante affresco rappresentante una “Sacra Conversazione”, composta dalla Madonna in Trono col Bambino e i Santi Pietro, Paolo, Ippolito e Cassiano. Ai lati dell’immagine centrale, l’affresco continua con finte nicchie nelle quali si trovano, a sinistra le figure di S. Domenico e S. Agostino, a destra S. Antonio da Padova e un ultimo personaggio che in seguito fu occultato da un finto tendaggio. Nonostante il recente restauro (2015), questa figura presenta tracce talmente labili da non renderne possibile il riconoscimento. L’affresco fu attribuito già dai primi dell’800 all’artista senese Giacomo Pacchiarotti. Ricerche recenti attribuiscono questo affresco ad artisti umbri.

Chiesa di San Francesco Costruita alla fine del Duecento l’edificio si inserisce nel pieno dell’esplosione edilizia dei nuovi ordini mendicanti, che gareggiavano ormai tra loro e con il clero secolare nel costruire templi sempre più grandiosi e magnifici. Grande interesse rivestono gli affreschi emersi dal restauro di fine Novecento, come quelli della cappella maggiore (1300 ca.) che costituiscono una prima e genuina reazione alle strabilianti novità della Basilica di San Francesco ad Assisi nel momento dell’avvicendamento tra Cimabue, i maestri romani e Giotto. Lungo le pareti invece è possibile vedere l’opera di uno dei protagonisti della pittura senese della metà del Trecento, Jacopo di Mino del Pellicciaio, pittore a lungo attivo per i Francescani e di cui, grazie alle scoperte ascianesi, è possibile ricostruire con precisione il percorso. Altri affreschi documentano l’attività di Bartolo di Fredi e Agostino di Marsilio e consentono di proporre una prima ricostruzione della figura del pittore locale Giovanni d’Asciano, il cui corpus non è stato ancora ricostruito, fino a valutare l’impatto della decorazione del chiostro dell’abbazia di Monte Oliveto Maggiore del Signorelli e del Sodoma.

La mostra dedicata ad Amos Cassioli “Amos Cassioli e gli amici puristi. Opere dell’800 senese da una collezione privata” è organizzata dall’associazione Pro Loco di Asciano, unitamente al Comune di Asciano e alla Delegazione del FAI di Siena e Provincia, con il patrocinio della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo. La mostra presenta circa 40 opere, di proprietà privata, tra disegni, dipinti e acquarelli di Amos Cassioli e dei maggiori protagonisti della scuola senese dell’Ottocento quali: Luigi Mussini, Alessandro Franchi, Cesare Maccari, Pietro Aldi, Riccardo Meacci. L’esposizione aggiunge un importante tassello alla conoscenza della storia dell’arte senese dell’Ottocento ed è anche l’occasione per riportare all’attenzione del pubblico il Museo Cassioli, unico esempio che espone al suo interno la più importante raccolta di pitture da cavalletto dell’ 800 di Siena e Provincia.

Visita all’antico borgo di Chiusure e alla Chiesa di San Leonardo dove sarà possibile ammirare la tela restaurata della “Madonna col Bambino e i santi Benedetto e Michele Arcangelo”, eseguita nel 1533 dal pittore senese Bartolomeo Neroni detto il Riccio (Siena 1505 ca – 1571). Il restauro, eseguito dal restauratore Jacopo Carli è stato finanziato dalla Delegazione FAI e dalla Pro Loco.

 

 

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