Ci sono ancora, sono un’altra geografia dell’Italia. Ci sono e non tutti appartengono solo al passato. Nel tempo magari sono profondamente cambiati, si sono aperti al mondo, sono diventati più raggiungibili, hanno aperto foresterie e punti vendita: ma in ogni caso esistono e rappresentano una straordinaria mappa della spiritualità, della storia e dell’arte. Sono i monasteri che disseminano la nostra penisola: luoghi della preghiera, della contemplazione, dell’ascolto.
E’ un bel viaggio, carico di emozioni, quello in cui ci accompagna Lucetta Scaraffia in “Andare per monasteri” (Il Mulino), tra realtà millenarie ma anche esperienze recenti, di sorprendente vitalità. Un viaggio di grande suggestione per chiunque, ma soprattutto per chi nel viaggio intende cogliere anche l’occasione di guardarsi dentro, di liberarsi dell’inessenziale, di ridare ordine alla propria vita.
Un vagabondaggio tra i luoghi della fede che non è esclusiva di chi la fede la possiede: basta predisporsi a un ritmo diverso del tempo – sacro e non profano, verrebbe da dire; basta voler coltivare quel silenzio che da sempre è la porta per accedere a ciò che più è autentico; basta mettersi in cammino, come gli antichi pellegrini per cui i monasteri erano rifugio, ospizio, salvezza.
Basta questo, per provare un sentimento che sa perfino di nostalgia.