FIRENZE – Altre 346 migranti arriveranno domani e giovedì in Toscana. A trasportarli la Geo Barents, che attraccherà nei porti di Livorno e Marina di Carrara.

“Dividere in due porti lo sbarco rende il viaggio di oltre 1.000 km ancora più disumano e ci impone di predisporre il nostro sistema di protezione civile solo nel porto di Carrara, rendendo estremamente difficile garantire un’adeguata accoglienza nel Porto di Livorno – hanno affermato gli assessori regionali alla Protezione civile Monia Monni e al sociale Serena Spinelli -Per questo abbiamo chiesto con forza di far sbarcare a Carrara tutti i minori, le donne ed i fragili”.

Un messaggio che si fa più netto qualche passaggio dopo. “Quello che il Governo non vuole capire – hanno affermato Monni e Spinelli – è che le persone non scendono dalla nave, salgono sui pullman e tutto finisce lì. Quando le persone scendono dopo mesi di tribolazioni e giorni di navigazione, in condizioni estreme, devono essere curate e assistite. Per le donne occorre attivare la procedura anti-tratta, farle parlare con operatori specializzati per capire se sono state vittima di stupro o violenze. Per i minori servono controlli pediatrici e devono essere accolti in strutture adeguate alla loro età e alla loro condizione di fragilità. Come Regione Toscana organizziamo il controllo sanitario con la Cross, l’assistenza pediatrica con il Meyer, attiviamo le associazioni e siamo in costante raccordo con i servizi sociali dei Comuni, ma sono procedure che richiedono tempo ed organizzazione, che è difficile garantire in due posti diversi e distanti tra loro”.

E ancora: “La Regione Toscana si è sempre distinta per le sue politiche di accoglienza – chiosano infine le assessore – e il nostro sistema funziona, così tanto che quello stesso Governo che vorrebbe ‘smontarlo’, lo utilizza inviando qui le navi dei migranti salvati in mare. Allo stesso modo, definanziando i bandi per la gestione delle strutture, il Governo sta determinando maggiori difficoltà per la loro apertura e spingendo progressivamente fuori dal sistema dell’accoglienza le realtà del terzo settore toscana, che si trovano a operare in condizioni di non sostenibilità economica e non rispondenti alla loro missione di accoglienza e integrazione”.