Verso un nuovo “annus horribilis” per i Comuni italiani. Non è bastato un 2012 travagliato, quello che si prospetta all’orizzonte è un altro periodo complicatissimo. A dirlo è il presidente dell’Anci Graziano Delrio nel corso di un incontro con la stampa finalizzato a far luce sul gettito effettivo prodotto dall'Imposta Municipale Unica (IMU), reso noto due giorni fa dal Ministero dell'Economia: 23,7 miliardi di euro,  4 miliardi dalla prima casa e 1,2 miliardi in più delle previsioni effettuate nelle casse dello Stato.

Allarme sui conti di ogni singolo Comune Il rischio è che nel corso di quest'anno «l'allarme sui conti che nel 2012 riguardava Bruxelles e Roma, quest'anno si trasferisca verso ogni singolo comune italiano». Sul totale degli incassi dell'Imu, ha sottolineato il leader dei sindaci, «manca all'appello un miliardo di euro rispetto al gettito incamerato con l'Ici. A fronte di ciò il governo dovrà pensare seriamente a sospendere per l'anno in corso i tagli previsti dalla spending review, che ammontano a 2,25 miliardi euro. Siamo contenti che gli introiti dell'Imu abbiano contribuito a saldare il bilancio dello Stato – ha aggiunto Delrio -, ma ora serve un intervento da parte del governo per sostenere i conti dei comuni, per i quali si prospetta quest'anno un annus horribilis».

I tagli occulti Ma la situazione per i comuni «si aggrava ulteriormente – ha riferito Delrio – anche a seguito dei tagli occulti a cui i sindaci hanno dovuto fra fronte nel corso del 2012: un complesso di oltre 3,6 miliardi di euro, composto nello specifico da un taglio 2,6 miliardi di euro prodotti dalle manovre del governo, da 464 milioni per mancato riconoscimento della Ici effettiva e da 603 milioni per mancato gettito standard». Il totale dell'Imu comunale ha avuto un valore nel 2012 di 15,6 miliardi di euro, di cui però oltre 11,6 ad aliquota base, che per effetto delle compensazioni previste dalla legge – ha riferito Delrio – avrebbe dovuto corrispondere al gettito Ici 2010. Ma, ha ribadito, «ad aliquote base l'Imu non ha portato risorse aggiuntive ai comuni, a fronte del totale di 23,7 miliardi prodotti di cui otto miliardi andati allo Stato». Secondo il presidente dell'Anci il futuro governo non deve dimenticare che «l'apporto dato dai comuni al risanamento della finanza pubblica è stato, sarà tra il 2007 e il 2014, di oltre 15 miliardi di euro, di cui 40% da tagli di risorse trasferite e 60% da inasprimento del patto di stabilità". Altro capitolo toccato dai leader dei sindaci è stata la spesa per gli investimenti scesa tra il 2007 e il 2011 del 23% con un ammanco di risorse di quasi 3,6 miliardi di euro.