Sempre più imprenditori stranieri in aziende con sede in Italia. Un numero che in dieci anni è più che raddoppiato. Attualmente sono più di 350mila circa il 10% del totale. A tracciare un quadro della situazione e' il direttore generale del Censis, Giuseppe Roma, in un contributo pubblicato su “Libertà civili”, bimestrale di studi e documentazione sui temi dell'immigrazione.
 
I settori e le regioni Gli imprenditori stranieri sono soprattutto presenti nel commercio, nelle costruzioni, ma anche nell'industria manifatturiera (31mila aziende), nel turismo e nella ristorazione (17mila), nelle agenzie e servizi di intermediazione (13mila), in agricoltura (12mila), nei trasporti (8mila), nelle attività professionali (5mila professionisti), nei servizi di informazione e comunicazione (5mila unità produttive), nelle attività finanziarie e assicurative (2mila). Sono le regioni del Centro-Nord a rappresentare la localizzazione prevalente con Lombardia, Toscana, Lazio, Emilia Romagna ai primi posti. Significativa e' la crescita negli anni più' recenti della presenza di aziende con titolare straniero in regioni come il Piemonte, il Lazio o le Marche, mentre la Toscana si conferma la regione di piu' antico insediamento (i cinesi di Prato), ma anche dove l'imprenditorialità straniera continua a crescere.
 
Il ruolo degli stranieri Oltre alla funzione di potente fattore di promozione sociale, l'imprenditorialità degli immigrati costituisce un'importante risorsa per l'integrazione. In generale, gli stranieri che creano un'attività economica si inseriscono in un mercato, per certi versi contribuendo a ingrandirlo. Questo vale per le diverse componenti del ciclo alimentare (dalle coltivazioni, al cibo etnico, alla ristorazione), ma anche per servizi non esistenti in precedenza (internet point, fiorai e negozi con ampia flessibilità di orari), ovvero le lavorazioni low cost (sub-forniture industriali, manutenzioni e ristrutturazioni edilizie).

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