BUONCONVENTO – Quando il senso civico è ostacolato dal malfunzionamento dei servizi basilari, come dovrebbe essere quello di acquistare un biglietto del treno.
Una mattina di fine estate, in una piccola stazione di provincia. Una di quelle stazioni minuscole rimaste aperte, spesso senza personale, ma che danno comunque un importante servizio alle comunità che ci vivono, in aree rurali dove i trasporti pubblici sono una sporadica rarità.
Siamo a Buonconvento, in provincia di Siena, alle porte della Val d’Orcia, a pochi chilometri da Montalcino, sulla Cassia a 25 km dal capoluogo, Siena.
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Un giovane arriva quindici minuti prima della partenza del treno che deve portarlo sulla costa tirrenica, direzione Follonica. Va alla biglietteria automatica per acquistare il biglietto: non accetta banconote, ma solo monete. Che il giovane non ha, non le ha così tante per acquistare due tagliandi di viaggio: ma chi si porta 15 euro spiccioli in tasca? Prova con il bancomat e carta di credito, ma anche in questo caso la biglietteria automatica, non restituisce alcun biglietto con il messaggio “carta non accettata”. Allora il giovane va al bar vicino per cambiare le monete, ma non possono cambiarle, dice il barista.
Il giovane prova a farsi fare il biglietto online chiamando a casa, ma il sistema non lo permette in quanto troppo vicino all’orario di partenza (“anche se mancavano 7 minuti e non 5 come evidenziato” racconta il ragazzo).
Parte il bus – che nella tratta Buonconvento – Grosseto sostituisce il treno – e il giovane va subito dall’autista a riferire che è senza biglietto chiedendo se può acquistarlo a bordo, opzione non possibile (in Italia nel 2024). “Se sale un controllore ti paghi la multa” la risposta dell’autista, che ha lasciato con tanto amaro in bocca il giovane, che in fondo, voleva solo acquistare un biglietto per viaggiare in regola con un mezzo pubblico.