In 11 anni all’ufficio esecuzioni immobiliari del Tribunale di Livorno avrebbe sottratto 230 mila euro in contanti, titoli di credito e libretti di deposito bancario intestati a terzi, facendo sparire circa 80 fascicoli giudiziari. Per questo l’impiegata è accusata di peculato e soppressione, distruzione e occultamento di atti giudiziari e stamani la Guardia di Finanza, su disposizione del Gip, Beatrice Dani, ha eseguito nei suoi confronti la misura della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio.
Fascicoli spariti Le indagini sono scattate a settembre dopo il trasferimento della dipendente ad altro ufficio e su segnalazione del presidente del Tribunale livornese. L’impiegata è accusata di peculato e soppressione, distruzione e occultamento di atti giudiziari, L’impiegato che ha preso il suo posto si è accorto della sparizione dei fascicoli, tuttora irrintracciabili, all’interno dei quali potrebbero esserci le prove di ammanchi superiori a quelli stimati finora. La sezione di Pg della Guardia di finanza presso la Procura che ha condotto l’indagine coordinata dal Pm Massimo Mannucci, ha accertato che l’impiegata, sfruttando il suo ruolo di pubblico ufficiale, chiedeva soldi in contanti a persone destinatarie di pignoramenti promettendo loro l’interruzione del procedimento, in altri casi si impossessava delle marche da bollo utilizzate per la presentazione di atti e in un caso, secondo gli inquirenti, avrebbe truffato un’anziana di 79 anni prendendole circa 30 mila euro, equivalenti a una parte dell’eredità di cui era beneficiaria per la morte della figlia. L’impiegata è anche accusata di ricettazione perché trovata in possesso di un documento d’identità di un’altra persona che ne aveva denunciato lo smarrimento. A casa dell’indagata i militari durante le perquisizioni hanno trovato una copiosa documentazione giudiziaria, costituita prevalentemente da fascicoli giudiziari e altri atti pubblici, sottratta dagli uffici giudiziari dove aveva lavorato.