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FIRENZE – Negli ultimi quattro anni, Firenze si è distinta tra le città universitarie italiane per l’aumento più marcato dei costi degli alloggi destinati agli studenti fuori sede.

Secondo un’indagine di Immobiliare.it Insights, il prezzo medio di una stanza singola nel capoluogo toscano è cresciuto del 59% dal 2021, arrivando oggi a una media di 618 euro al mese. Questo incremento colloca Firenze al terzo posto in Italia per rincaro delle stanze, superata solo da Bologna (+73%) e Padova (+61%).

L’aumento dei prezzi riguarda soprattutto le stanze singole, ma anche altre tipologie di alloggio hanno visto rincari significativi: nello stesso periodo, i monolocali sono aumentati del 38%, mentre bilocali e trilocali hanno registrato incrementi intorno al 50%. Questi dati evidenziano una pressione abitativa crescente, che si traduce in una difficoltà sempre maggiore per gli studenti di sostenere i costi dell’alloggio.

Tra le cause principali di questa situazione vi sono il fenomeno dell’overtourism e la diffusione degli affitti brevi, che sottraggono spazi abitativi al mercato degli affitti tradizionali per studenti. La conseguenza è una scarsità di alloggi a prezzi accessibili, che spinge molti giovani a condividere appartamenti con più coinquilini o a cercare soluzioni abitative fuori dal centro città o in provincia.

Le zone più care di Firenze sono il centro storico, Campo di Marte, San Jacopino e San Frediano, con canoni per una stanza singola che oscillano tra i 500 e i 650 euro al mese, esclusi i costi dei servizi. In particolare, nel centro storico si registrano prezzi medi di 600 euro per una singola e 450 euro per una doppia, mentre in altre aree come San Jacopino si scende a circa 500 euro per una singola.

Questa escalation dei prezzi ha un impatto diretto sul diritto allo studio, mettendo a rischio la possibilità per molti studenti di vivere e studiare a Firenze. Secondo le associazioni studentesche e sindacali, la situazione è insostenibile e richiede interventi urgenti da parte delle istituzioni pubbliche, come l’aumento dei fondi per le borse di studio e gli alloggi universitari, incentivi fiscali per chi affitta a prezzi calmierati e una regolamentazione più severa degli affitti brevi.

Il fenomeno non riguarda solo Firenze: in molte altre città universitarie italiane, come Milano, Roma, Bologna e Torino, si registrano aumenti dei canoni di affitto che vanno dal 10% al 25% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, Firenze si distingue per la rapidità e l’entità dell’aumento, che rischia di trasformare la città in un luogo dove studiano principalmente i figli delle famiglie più abbienti.

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